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Genova. Avrà tre corsie, di cui una dinamica (emergenza), il nuovo viadotto sul Polcevera. Così è descritto nelle specifiche tecniche del decreto del commissario per la ricostruzione del Morandi, relative alla consultazione per la procedura che porterà all’appalto. Il ponte non aveva corsie d’emergenza. Si parla anche di “materiali e tecniche tali da accelerare al massimo la realizzazione dell’opera, che dovranno avere un ciclo di vita adeguato, riciclabili con minore impatto economico ed essere compatibili ambientale”. Nel testo si fa riferimento anche alla realizzazione della Gronda, il raddoppio autostradale nel tratto cittadino.

Si legge che “dovranno essere tenuti in conto nella progettazione ma non fanno parte del contratto i futuri raccordi con la gronda autostradale, il cui progetto è approvato“. Dovrà anche essere predisposto un adeguato piano di manutenzione con interventi specifici per ogni componente. Nella progettazione dovrà essere effettuata la verifica di robustezza simulando le criticità che possono insorgere per la perdita di componenti essenziali alla statica, come impalcati, stralli o piloni, dovrà inoltre essere sviluppato uno studio specifico che dimostri le zone di rischio sottostanti e prevedere il potenziale collasso dell’opera. Sul fronte della demolizione, essa interesserà 850 metri.

Nel corso dei lavori dovrà essere assicurata la viabilità nord-sud su almeno due strade cittadine e le opere non dovranno mettere a rischio i servizi. Dovrà essere garantito un monitoraggio dell’ambiente e di tutte le fonti di inquinamento. Il decreto presenta un dubbio d’interpretazione perché il disegno a cui si fa riferimento per spiegare come dovrà avvenire la demolizione e la ricostruzione vengono invertiti i punti est ed ovest del viadotto e il decreto parla di ricostruzione a partire dal lato est contrariamente a quanto detto più volte dal sindaco che ha sempre sostenuti che demolizione e costruzione partiranno dal moncone ovest.

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