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Nelle prime ore del 23 aprile, in provincia di Savona, Milano e Genova, i militari del N.O.R.M. della Compagnia Carabinieri di Alassio, coadiuvati da quelli dei Comandi Arma di Milano e Genova, hanno dato esecuzione a 6 misure cautelari, personali, emesse dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Savona. Di queste, 2 sono destinatarie di misura cautelare in carcere mentre le restanti 4 sono state sottoposte alla misura dell’obbligo di presentazione giornaliera presso l’Autorità di P.G. del luogo di residenza/domicilio.

Tutte, a vario titolo, sono ritenute responsabili dei delitti di cui agli artt. 81, 110 C.P. e 12, comma V, prima e seconda ipotesi, del D.lvo nr. 286 contro le immigrazioni clandestine ovvero “per essersi adoperati, al fine di trarne un ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero favorendone la permanenza nel territorio dello Stato Italiano”.

Ai due arrestati, una donna italiana D.P. di anni 50, domiciliata a Genova, con precedenti, formalmente disoccupata e un uomo italiano, D.N. di anni 64, domiciliato a Genova, anche lui disoccupato, sono stati contestati anche i reati di cui agli artt.: 48 (errore determinato da altrui inganno), 56 (delitto tentato), 476 (Falsità materiale commessa dal PP.UU in atti pubblici) e 479 (Falsità Ideologica commessa da PP.UU in atti pubblici) del Codice Penale.

Gli altri quattro componenti del gruppo (tre uomini e una donna) sono un italiano (di origini laziali) L.F. di anni 50 camionista; due marocchini, E.M.E.M. di anni 47, in attesa di occupazione, residente nell’entroterra di Alassio e E.S. di anni 49, in attesa di occupazione, residente nell’interland milanese e una donna, anch’essa di origini marocchine C.N. di anni 37, convivente, residente a Milano titolare di un C.A.F, sono stati sottoposti alla misura della presentazione giornaliera alla Polizia Giudiziaria.

In dettaglio, sul conto di quest’ultimi, è stato accertato un coinvolgimento “attivo” di fiancheggiamento a favore dei soggetti arrestati consistente in attività di “avviamento” dei cittadini extracomunitari bisognosi dei “permessi” (ruolo svolto da C.N. e da E.S.) che venivano indirizzati in Liguria; di accompagnamento e “assistenza” presso Uffici della Questura, Prefettura e Comuni compiti, questi, svolti dai rimanenti componenti del sodalizio vale a dire da L.F. e E.M.E.M.

L’indagine, avviata nel mese di maggio 2018 e eseguita attraverso l’esecuzione di tecniche investigative “tradizionali” (servizi di osservazione, pedinamenti, controlli e riscontri espletati in Liguria, Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna) ha consentito di accertare le condotte compiute dagli indagati mediante presentazione di “comunicazione di Ospitalità” in favore dei cittadini stranieri, come anche richieste di residenza (fittizie), presso un’unità immobiliare (situata in un comune dell’entroterra alassino) di proprietà dei due sottoposti a misura cautelare in carcere (D.P. e D.N.), al fine di ottenere:

    • mediante la presentazione della comunicazione presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Cisano sul Neva (SV), il riconoscimento della protezione internazionale con conseguente rilascio del permesso di soggiorno a tempo determinato da parte l’Ufficio Immigrazione della Questura di Savona;
    • il rilascio di analogo documento/beneficio per motivi di lavoro;
    • il documento di abilitazione alla guida italiano.

Gli stranieri[3], cittadini marocchini, egiziani, indiani e un peruviano, che in realtà non avevano mai dimorato, neanche per un solo giorno, presso le abitazioni dei due italiani, corrispondevano loro somme di denaro che variavano dai 400,00 ai 600,00 euro (l’importo più alto riguardava le richieste di residenza presso l’immobile). Il solo cittadino peruviano invece ha dichiarato di aver corrisposto la somma di euro 2.500.

Allo stato attuale, l’indagine ha consentito di accertare un provento economico pari a circa 20.000 € e al contempo è stato appurato che sono stati:

  • 20 i certificati indebitamente rilasciati;
  • 18 i permessi di soggiorno per “riconoscimento della protezione internazionale”, con conseguente rilascio del permesso a tempo determinato ma rinnovabile;
  • 2 i cittadini extracomunitari, che per conseguire la patente di guida italiana, hanno dichiarato la propria residenza presso l’immobile di Cisano sul Neva.

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