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Imperia. È stato per molti anni il simbolo del degrado in città, poi in un weekend le ex Ferriere, immobile fatiscente e pericolante vicino alla foce del torrente Impero, ai margini di lungomare Vespucci, sono state abbattute in meno di 48 ore. Dell’edificio, datato inizio’900, restano soltanto le tre ciminiere, la più alta di ben 56 metri, oltre agli ex uffici. Nello stesso perimetro c’è anche l’Agnesi, con un passato glorioso oggi diventato sinonimo di marchio immobiliare. Non è più solo fabbrica, essendosi svincolata da ogni impegno industriale. Una scatola, almeno per ora, vuota in attesa di una nuova vita con una quindicina di famiglie di ex lavoratori ancora senza lavoro nonostante gli impegni presi da Colussi dopo la chiusura del pastificio.

Su quell’area il dibattito politico è acceso. C’è un piano presentato dalla società Prima Srl per le ex Ferriere dall’antica vocazione industriale e vincolate alla storia dell’Agnesi. Il Comune lo ha rimandato indietro per alcune modifiche, ma sarà ripresentato presto e presto approderà in giunta per una sua approvazione definitiva. Prevede in un’estensione di circa 20 mila metri quadrati una sorta di Fiumara in miniatura con ristoranti e negozi di importanti catene, centinaia di posti auto.

Ma sulle scelte di macro urbanistica operate dall’Amministrazione dure critiche arrivano da Rifondazione Comunista: «Vediamo piovere dall’alto, di imperio, trasformazioni gigantesche della struttura urbana. L’Agnesi – dicono dalla segreteria del Prc – è uno scatolone non solo da abbattere per cancellare anche dal paesaggio il potenziale produttivo della città, ma soprattutto da trasformare in pura speculazione residenziale o in tempio del consumo come Gdo, Si, certo, promesse da mercante quelle di Colussi, sia sulla delocalizzazione dei lavoratori (ormai dichiaratamente pezzi meccanici della produzione, e non carne ed ossa, famiglie e legami) come sulla interessante creazione di un museo delle produzioni agroalimentari mediterranee: mercanti, appunto, ma con pretese di tribuni e mecenati». Il Prc non risparmia stilettate anche sull’ex Ferriere: «Porta del Mare, che non allude alla Gateway of India, monumento simbolo dell’occupazione coloniale e poi dell’Indipendenza dell’India, ma alla cementificazione residenziale speculativa».

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