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Settore in difficoltà quello vitivinicolo ligure, che dall’inizio dell’ emergenza Coronavirus ad oggi, ha visto bloccarsi il commercio della produzione a causa delle limitazioni imposte per il contenimento del contagio, con il numero di bottiglie rimaste ferme in cantina che ha iniziato a crescere, fino a metà marzo, del 10,5% rispetto allo scorso anno. A livello italiano, poi, il brusco crollo del fatturato per quasi 4 cantine su 10 (39%) fa lanciare allarme liquidità: per sostenere il settore sono ora più che mai indispensabili strategie immediate che permettano di garantire il futuro del vino italiano.

A pesare sulla mancata vendita dei vini di qualità è stata la chiusura forzata di alberghi, agriturismi, bar, e ristoranti avvenuta in Italia e all’estero con un forte calo delle esportazioni, fatto aggravato anche dalle difficoltà logistiche e della disinformazione, per un settore in cui le spedizioni liguri fuori dal confine nazionale, hanno trainato nel 2019, l’export agroalimentare, cresciuto del 13% rispetto all’anno precedente.

“Senza vendite – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – le aziende non riescono a far fronte ai pagamenti e a finanziare il ciclo produttivo che, dalla campagna alla cantina, non si può fermare. Le misure messe in campo con il blocco delle rate di mutui, prestiti, tasse e contributi sono certamente utili, ma non bastano, ed è indispensabile mettere a disposizione delle aziende vitivinicole liquidità sotto forma di prestiti a lunga scadenza a tasso zero e garantiti dallo Stato, pari ad una percentuale del fatturato dell’anno precedente. Un intervento veloce e semplice che dovrebbe essere garantito indipendentemente dalla dimensione aziendale, al quale va aggiunta anche una compensazione a fondo perduto sulle perdite subite sotto forma di “risarcimento del danno. A livello nazionale è importante inoltre ricreare intorno al vino italiano un clima di fiducia e promuovere gli acquisti soprattutto all’estero: le risorse dovranno arrivare anche dall’Unione Europea con misura OCM promozione che dovrà consentire alle cantine di utilizzare i fondi anche per attività di informazione e promozione sul mercato interno ed europeo. Bisogna semplificare e rendere più flessibile la gestione di tutte le misure del Programma Nazionale di Sostegno finanziato con i fondi di settore Ue – OCM vino con i primi passi importanti già stati previsti nel recente decreto Ministero delle Politiche Agricole del 31 marzo che tuttavia ancora non bastano. Infine – concludono Boeri e Rivarossa – occorre trovare risorse aggiuntive comunitarie e nazionali per finanziare ogni utile strumento per la riduzione delle giacenze e per il contenimento della produzione di vino proveniente dalla prossima vendemmia”. Coldiretti ha presentato al Governo il piano salva vigneti con il quale, attraverso la distillazione volontaria, si prevede di togliere dal mercato almeno 3 milioni di ettolitri di vini generici da trasformare in alcol disinfettante per usi sanitari. La misura avrebbe inoltre l’importante effetto di favorire l’acquisto di alcol italiano che sugli scaffali è stato il prodotto che ha registrato il maggior incremento di vendite secondo Iri, ma anche di ridurre le eventuali eccedenze produttive. Il piano della Coldiretti prevede anche la vendemmia verde su almeno 30.000 ettari per una riduzione di almeno altri 3 milioni di ettolitri della produzione sui vini di qualità in modo da evitare un eccesso di offerta, considerate le conseguenze della pandemia sui consumi internazionali

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