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Prima assemblea di Banca Carige dopo la fine del commissariamento venerdì 29 maggio, con la proposta di raggruppamento delle azioni, di conversione facoltativa delle risparmio e di rinuncia alle azioni di responsabilità agli ex amministratori Cesare Castelbarco e Piero Montani. Quest’ultimo fronte è in particolare oggetto di una raffica di domande pre-assembleari dei soci, tra gli altri anche dell’ex primo azionista Malacalza Investimenti, ed è, emerge ora per la prima volta nella relazione del cda predisposta per l’assemblea, oggetto di uno ‘scudo‘ economico garantito ad Apollo nell’accordo dei commissari.

L’istituto, spiega in particolare il cda Carige, si è impegnato “a tenere indenne” il compratore delle compagnie assicurative su cui si è innestata l’azione di responsabilità, quanto a possibili “conseguenze pregiudizievoli” legate a una prosecuzione della causa e nel caso di vittoria di Carige. L’azione sulla vendita delle compagnie assicurative di Carige ad Apollo era stata votata dall’assemblea Carige nel 2017, con l’istituto in quel momento sotto la guida di Giuseppe Tesauro e Guido Bastianini. A novembre 2019 Carige, sotto la gestione dei tre commissari, ha transato con Apollo ed entrambe hanno rinunciato alle azioni in corso, con l’impegno della banca a portare in assemblea, non appena possibile, questo nuovo accordo. La relazione del cda in vista dell’assemblea ripercorre le fasi e lo stato dell’arte della battaglia legale, ma segnala che se il giudizio proseguisse per il mancato via libera dell’assemblea e venisse infine deciso contro i due amministratori, nell’accordo la banca “si è contestualmente impegnata a tenere indenne il Gruppo Apollo in relazione” alle possibili “conseguenze pregiudizievoli per il Gruppo Apollo nel caso di condanna degli ex amministratori e conseguente coinvolgimento delle società di detto gruppo quali soggetti responsabili in solido. Nella ipotesi “di esito vittorioso per la banca, il relativo vantaggio economico per la stessa potrebbe risultare diminuito a causa dell’adempimento di tale impegno”, segnala quindi il cda nominato a fine gennaio ed espressione del Fondo interbancario di tutela dei depositi e della trentina Cassa centrale banca.

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