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Savona. La Provincia di Savona ha predisposto il bilancio triennale e il documento unico di programmazione per il triennio 2019-2021. Per la prima volta dopo un quinquennio di lacrime e sangue, i numeri sono tornati quasi tutti in nero, grazie ad un ormai consolidato adattamento alla riforma del 2014, agli accorgimenti adottati dagli amministratori di Palazzo Nervi e ad un aiutino giunto da Roma a partire dallo spartiacque rappresentato dal referendum che ha bocciato l’abolizione degli enti provinciali.

Così i bilanci del triennio che si chiuderà il 31 dicembre 2021 sono visti in equilibrio, nonostante l’irripetibilità di entrate straordinarie quali i 5 milioni incassati lo scorso anno con la vendita della partecipazione nella società Autostrada dei Fiori. Le risorse che mancano sul fronte delle attività finanziarie sono in parte recuperate con il fondo da 3,5 milioni che arriverà a Palazzo Nervi nell’ambito dei 250 milioni stanziati per le Province dalla legge finanziaria 2019; un fondo che si ripeterà per i prossimi 14 anni e che è destinato alla manutenzione di scuole e strade. Il bilancio 2019, in particolare, chiuderà in equilibrio con entrate e spese attestate nel preventivo a quota 78,2 milioni (91,7 milioni previsti dall’assestamento 2018). Aumentano i trasferimenti dallo Stato (da 20,6 a 23,6 milioni), mentre i proventi extratributari da “attività illecite” (multe, soprattutto stradali) passano da 3,6 a 3,8 milioni; scendono drasticamente da 13,8 a 4 milioni le entrate in conto capitale da alienazione di beni e attività finanziarie (Autofiori).

Tra le uscite, si riducono ancora le spese per il personale, da 8,1 a 7,4 milioni, scontando ulteriori riduzioni di organico, sceso dalle 196 unità di fine 2017 alle 167 attuali, nonostante quattro recenti assunzioni. Scende gradualmente anche l’indebitamento: dai 14,5 milioni di fine 2018 ai 12,6 previsti a fine 2019, fino ai 9,1 milioni messi in preventivo per il 2021.

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