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E’ stato bloccato dai militari subito dopo aver appiccato l’ennesimo rogo. In casa i carabinieri gli hanno trovato gli inneschi che utilizzava

Savona. Ha un nome il piromane che negli ultimi giorni ha appiccato ripetutamente il fuoco nei boschi sulle alture di Noli e Spotorno.

Una volta che preparava in casa le trappole incendiarie, le metteva in un sacchetto della spesa e si incamminava verso il bosco. Poi piazzava gli inneschi e appiccava le fiamme. Il rogo covava lentamente e poi quando si sprigionava in tutta la sua forza, lui era già lontano.

Dal 13 settembre scorso i carabinieri della compagnia di Savona e i forestali di Vado Ligure, coordinati dal maggiore Dario Ragusa, gli davanti alla caccia. Un’attività di indagine che ha dato i suoi frutti perché il piromane che ha appiccato ripetutamente il fuoco nei boschi sulle alture di Noli e Spotorno ha un nome e un volto.

E’ un disoccupato e incensurato di Noli, Sergio Merialdo, 57 anni. A tradirlo l’ultimo raid incendiario in località Pineta a Spotorno, ma decise sono state le indagini dei militari che lo hanno bloccato subito dopo aver appiccato l’ennesimo rogo. Nelle successive perquisizioni domiciliari i carabinieri hanno trovato gli inneschi che utilizzava per appiccare il fuoco: piccoli pezzi di stoffa o di fazzoletti di carta che nascondeva tra gli arbusti. Poi con un accendino scatenava l’incendio.

I roghi contestati sono quelli del 13 settembre in regione Groppino a Noli, del 17 settembre in località Pineta a Spotorno, del 19 settembre a Noli in località Ganduglia, del 20 settembre in via dei Pini a Spotorno e che avevano impegnato nell’opera di spegnimento i vigili del fuoco e i Canadair. In uno dei raid, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbe piazzato ben otto inneschi. In ogni tentativo messo in atto dal piromane, è stato fondamentale la segnalazione tempestiva dei cittadini e l’immediata attivazione della macchina dei soccorsi, che ha permesso lo spegnimento delle fiamme evitando che le stesse si propagassero alla vegetazione fino alle vicine abitazioni. L’allarme creato da questi incendi è stato massimo, infatti, la presenza di molteplici punti di innesco, la loro dislocazione in zone non facilmente accessibili, la vegetazione di conifere e la prossimità con l’abitato hanno motivato il consistente impiego di risorse di uomini e mezzi dei diversi reparti dell’Arma che hanno permesso dapprima di individuare il piromane e successivamente di assicurarlo alla giustizia.

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