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Genova. “E’ indecente che gli avvocati di parte civile siano stati più volte convocati dai massimi esponenti dell’Amministrazione comunale genovese, all’asserito scopo di trovare un accordo transattivo, senza che il Comune responsabile civile della tragedia del 4 novembre 2011 avesse previamente sondato la disponibilità della sua assicurazione a transigere”. Lo affermano i legali e i familiari di alcune vittime dell’alluvione del novembre 2011 dopo che l’assicurazione ha fatto sapere di non volere dare il massimale.

“Non crediamo – proseguono – sia stata una cinica manovra mediatica architettata sul dolore dei familiari di tre bambine e di tre donne morte tragicamente. Pensiamo sia stata una iniziativa sciocca e velleitaria, per di più gestita con pochissimo garbo. Vogliamo pensare – concludono i legali e i parenti – che non si tratti di una cinica manovra a tavolino per fare apparire che tutto il possibile è stato fatto. Giocare sulla pelle dei familiari delle vittime sarebbe di una scorrettezza inaudita”.

A fine febbraio, dopo mesi di trattative, Palazzo Tursi aveva messo sul tavolo la cifra massima e gli avvocati si erano presi alcuni giorni di tempo per rispondere. Dopo avere dato l’ok, il Comune ha contattato l’assicurazione dalla quale però ha avuto una risposta negativa. In questa maniera le parti civili non usciranno dal processo in Cassazione previsto per mercoledì. Per quella data si discuterà l’ultimo grado di giudizio per l’ex sindaco Marta Vincenzi (condannata a cinque anni in primo e secondo grado), dell’ex assessore Francesco Scidone e altri tre dirigenti comunali per falso, disastro colposo e omicidio colposo plurimo.

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