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Alassio. Due ali di folla, silenzio e preghiere. Nel grande parcheggio dell’istituto salesiano di Alassio è stato celebrato il funerale di don Giorgio Colajacomo, il direttore di 80 anni, stroncato giovedì scorso dal Covid.

Aveva tanti progetti il sacerdote originario di Genova tornato ad Alassio per la terza volta che condivideva con i suoi collaboratori e con i suoi confratelli. Per tutti è vuyoto profondo, incolmabile.

A celebrare le esequie è stato don Stefano Aspettati, ispettore generale della Congregazione. «Una vita donata agli altri – ha ricordato nella sua omelia –. A nove anni era entrato all’oratorio. Avrebbe festeggiato 62 anni di vita salesiana a breve e da pochi mesi i 54 anni di sacerdozio».

Laureato in teologia e pedagogia era stato per la prima volta ad Alassio dal 1993 al 1996, poi dal 2002 al 2011 e infine il 31 agosto.

«Un uomo che arrivava dal mare e che era tornato nella sua Liguria – ha aggiunto don Stefano –. Era entusiasta avrebbe voluto spaccare il mondo nel suo ruolo di ventinovesimo direttore dei salesiani. Diceva sempre “chi ha tempo non aspetti tempo” guardando sempre l’orologio. Era una persona pragmatica, concreta, ma era una persona capace di delegare. Le sue passioni? L’arte, la natura, la cultura e il giornalismo, era un grande cultore della comunicazione sociale».

Ma era anche un tifoso della Samp come ha detto don Stefano: «Orecchio incollato al transistor per seguire la squadra del cuore. Il 20 settembre, finiti i festeggiamenti di Don Bosco si erta volatilizzato. Era andato a seguire Juve-Samp».

Tantissimi i messaggi di condoglianze arrivati in questi giorni dal cardinale Tarcisio Bertone al cardinale Gualtiero Bassetti.

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