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Genova. Il 4, 5 e 6 novembre 2016, nei giorni del 181° compleanno di Cesare Lombroso (6 novembre 1835), il padre (discusso) dell’antropologia criminale, è nato a Torino il Festival della criminologia, pensato per un pubblico di esperti che si affacciano ai nuovi scenari della ricerca sul crimine, ma anche per appassionati e curiosi che vogliono toccare da vicino la sfera dei fenomeni criminali. Tratta varie tematiche, tra cui terrorismo, criminalità organizzata, prevenzione e cura dei comportamenti violenti, reti sessuali e menti criminali, narrazione (letteraria e cinematografica) del delitto e giornalismo investigativo.Organizzato dall’associazione No Crime in collaborazione con Il Secolo XIX a Genova e con La Stampa a Torino, l’anno scorso al debutto genovese ha fatto registrare oltre 15 mila presenze agli incontri con docenti, scrittori, giornalisti, rappresentanti delle forze dell’ordine, esperti di cybersicurezza, criminologi, psicologi. L’edizione 2019, domani e domenica a Palazzo Ducale, ha come tema coduttore l’odio, come uno dei motori della storia che colora diverse forme di crimini. Il Festival esplorerà le diverse declinazioni di questo sentimento e i conseguenti riflessi criminali: l’odio razziale, religioso, politico, omofobo, misogino e l’odio on line. «L’intenzione di annientare, in nome di un ideale, un gruppo nazionale, etnico, razziale, religioso accompagna da sempre le tragedie dell’umanità» sottolinea Angelo Zappalà, direttore dell’evento. L’odio è un entimento talmente forte da corrodere l’animo del singolo e condurlo a compiere crimini efferati.
In apertura, domani alle 9, l’intervento del direttore del Secolo XIX Luca Ubaldeschi. Tra i relatori i criminologi Alfredo Verde (le narrative dell’odio) , Stefano Padovano e Isabella Merzagora Bersos (crimini d’odio), le “Iene” Pablo Trincia e Alessia Rafanelli (veleno, una notte lunga vent’anni), i giornalisti Domenico Quirico (l’odio negli scenari di guerra), Gad Lerner (la difesa della razza) e Guido Olimpio (narcos), lo scrittore Bruno Morchio, lo psicologo Fabio Veglia (tra aggressività e violenza, confini e traumi relazionali), lo psichiatra Carlo Rosso (quando l’amore affoga nell’odio, quando l’odio affoga nell’amore), il teologo Vito Mancuso (odio e perdono) e lo storico Peppino Ortoleva (mitologie del crimine), oltre a Giovanni Ziccardi, docente di informatica giuridica (odio on line) .
Si parlerà di odio ma anche del crollo del Ponte Morandi con un evento alle 21 di sabato sera. «Ponte Morandi, crimine pubblico e privato: racconto, divulgazione e riflessione» è il titolo del dibattito.
Attenzione sarà dedicata alle indagini hi-tech con la presentazione del libro edito dal Secolo XIX «Occhio Elettronico» che ripercorre delitti risolti proprio con il contributo alle indagini della tecnologia. Il questore di Genova Sergio Bracco, il direttore centrale del Servizio di polizia scientifica Fausto Lamparelli e il dirigente ligure Davide Balbi presenteranno in anteprima il Sari, il sistema di riconoscimento facciale e lo Speedy Digital, lettore portatile di impronte digitali.

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