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Denuncia l’apinista Bryan Mestre sul suo profilo Instagram: «Dieci giorni fa la neve era alta, ma l’ondata di caldo che ha investito l’Europa ha portato a questo. Dieci giorni sono stati sufficienti perché la neve si sciogliesse tanto da creare un lago. È tempo di allarmarsi.»

L’alpinista ha condviso foto e video di un lago che si è formato alla base del Dente del Gigante (4014 m.s.l.m), vetta delle Alpi Occidentali tra Francia e Italia, situato nella parte settentrionale del massiccio del Monte Bianco.

«In questi giorni la temperatura in cima al Monte Bianco (quindi a 4810 metri di altezza) ha raggiunto i 10 gradi», ha spiegato l’alpinista, mostrando le immagini che diventano ennesima testimonianza dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta.

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Il Monte Bianco ha un clima mite. Nel massiccio in cui si trova, il clima è condizionato dai venti umidi provenienti dall’Atlantico che una volta giunti sul massiccio tendono a raffreddarsi lungo lo spartiacque e sulle testate delle valli, determinando condizioni di piovosità a basse altitudini, con un massimo di precipitazioni in luglio e agosto e un minimo a gennaio e febbraio. Al di sopra dei 3.000 m circa, le precipitazioni autunnali e primaverili cadono essenzialmente sotto forma di neve, raramente come pioggia ghiacciata, e sono più frequenti nel periodo estivo che in quello invernale.

Durante l’anno, tra il 15 di giugno e il 15 di luglio, a cavallo del solstizio d’estate, sulla parte sommitale si può assistere a una sorta di disgelo, con temperature massime che raggiungono i 3 °C. L’azione del sole fonde la neve superficiale creando acqua che filtra negli strati inferiori per poi gelarsi rapidamente. Sulla cima la velocità dei venti può raggiungere i 150 km/h e la temperatura i – 40 °C.

Il massiccio del Bianco è una delle più vaste zone alpine ricoperte dai ghiacci e i suoi ghiacciai, in tutto 65, occupano un’area di 165 km².

Attualmente il monte Bianco è sottoposto a continui monitoraggi per meglio conoscere e capire quanto accade ai ghiacci sulla calotta sommitale. A causa dei cambiamenti climatici e del conseguente generalizzato incremento termico, da alcuni decenni quelli del Bianco (e in generale lungo tutto l’arco alpino) sono in forte regresso, specialmente i più piccoli.

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