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Borgio Verezzi. Anche quest’anno, il Festival di Borgio Verezzi si aprirà con un’anteprima teatral-musicale: il 7 luglio, ad inaugurarlo sarà Le dive dello swing, di cui sono protagoniste Ladyvette, cioè Teresa Federico, Valentina Ruggeri e Francesca Nerozzi, il trio di attrici e cantanti reduce dal successo della fiction di RaiUno Il paradiso delle signore, accompagnate dal pianista Roberto Gori. Le anticipazioni sulla 52^ edizione, che proseguirà poi fino al 19 agosto, sono state fornite a Calice Ligure, in occasione della presentazione della Mostra sulla storia del Festival in programma la prossima estate al Museo di Arte Contemporanea Casa del Console. Nata all’insegna di un gemellaggio culturale tra Borgio Verezzi, il paese del teatro, e Calice, noto per le sue pregevoli attività nel campo dell’arte, «l’iniziativa racconterà oltre mezzo secolo di spettacoli e di protagonisti del palcoscenico attraverso l’ampia documentazione esposta», come spiegano i sindaci Alessandro Comi di Calice e Renato Dacquino di Borgio Verezzi.

L’incontro ha offerto l’occasione per parlare anche del prossimo Festival: «In cartellone, tredici spettacoli, dieci dei quali in prima nazionale, per 27 serate complessive», precisa il direttore artistico Stefano Delfino.

Ma di che tratta Le dive dello swing? In un freddo alloggio della Torino di metà anni Trenta, tre giovani sorelle sono impegnate ad imparare il napoletano per entrare nelle grazie della musica melodica italiana e raggiungere finalmente la celebrità. Cosa bisogna fare per diventare il trio più famoso d’Italia, vagamente ispirato al Trio Lescano? Le tre ragazze si troveranno ad affrontare incontri difficili e situazioni surreali: «In un’atmosfera a tratti esaltante, e a tratti malinconica, lo spettacolo attraverserà continui colpi di scena, fino a scardinare del tutto ogni presupposto iniziale, passando dalla drammaticità all’ironia e alla comicità».

Nelle Grotte di Borgio Verezzi, a cavallo di Ferragosto, andrà inoltre scena il Purgatorio in forma itinerante, secondo appuntamento del progetto sulla Divina Commedia di Dante, cominciato l’anno scorso con l’Inferno, preso d’assalto dal pubblico. Dice Silvio Eiraldi, il regista della compagnia Uno sguardo dal palcoscenico di Cairo Montenotte, alla quale è affidata la rappresentazione: «Sono felice di questa nuova opportunità al Festival e della collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico Giordano Bruno di Albenga per la realizzazione di costumi e scenografie».

Soddisfatto anche Sergio Olivotti, l’estroso artista che ancora una volta curerà l’immagine del Festival: «È un piacere poter continuare la collaborazione, che era iniziata come occasionale e sta invece diventando una costante. Per fortuna il teatro è un tema inesauribile, ove non si rischia mai la carenza di idee. L’anno passato mi sono soffermato sul rapporto tra autore, attore e spettatore. Quest’anno vorrei raccontare il teatro come luogo privilegiato di riflessione sulla Realtà e sulla Finzione».

Al Festival, per avvicinare sempre di più i giovani al teatro, sono previsti due progetti di alternanza scuola-lavoro, dedicati al coinvolgimento degli studenti, non solo in quanto spettatori di domani, ma anche nella speranza di contribuire ad insegnare ad alcuni di essi le basi di un mestiere, che potrebbe un giorno diventare la loro professione: uno, al quale ha già accennato il regista Eiraldi, con il Liceo Artistico Giordano Bruno di Albenga, indirizzo Scenografia, e l’altro di fotografia di scena con il Liceo Artistico Martini di Savona.

A questo proposito, spiega Luigi Cerati, fotografo ufficiale del Festival: «Squadra che vince si raddoppia. Il progetto Fotografi a sonagli, dopo l’esordio brillante nel corso della stagione scorsa, si ripresenta quest’ anno impreziosito da altri cinque nuovi innesti, sempre capitanati dalla prof.ssa Silvia Sogno in qualità di tutor istituzionale e dal sottoscritto. Ma, prima di dare il benvenuto ai nuovi sonagli, è in preparazione una mostra fotografica realizzata con il materiale prodotto lo scorso anno. I ragazzi hanno dimostrato di aver trasferito negli scatti le loro personalità». È questa la chiave di lettura di Cerati, che insieme ai ragazzi ha selezionato 30 immagini, dove profondità, curiosità, allegria, sensualità e impegno sono stati le chiavi di lettura per ogni singolo autore: «La promessa per l’imminente stagione teatrale è di fare di questa nostra partecipazione uno stile: possiamo già affermare che i Fotografi a Sonagli sono un gruppo vivo e pensante, che fa della propria curiosità un tesoro, dell’esperienza comune un’opportunità».

La Casa del Console di Calice diventa dunque un importante punto di riferimento per il Festival di Borgio Verezzi, con una iniziativa propedeutica ad altre future sinergie. Afferma l’architetto Nico Scarabicchi, curatore della mostra: «Abbiamo due missioni. La prima è portare il Museo Casa del Console alla visibilità di tutti, come motore di un nuovo sviluppo turistico; la seconda portare i visitatori nel cuore del Museo, per farlo diventare un vero centro di aggregazione ed interesse. L’attività del Museo deve essere considerata parte di una esperienza più ampia, di una relazione con gli altri luoghi e soggetti dell’intorno. E la visita al museo deve suscitare un punto di vista, diventare una proposta culturale sul territorio».

Prosegue Scarabicchi: «Il progetto di Calice Museo Diffuso nasce negli anni settanta ma si concretizza ufficialmente nel 2006, ipotizzando un collegamento tra tutti i siti che nel tempo sono stati teatro di vita artistica come le case, i laboratori dei Maestri e i locali storici. Oggi si vorrebbe valorizzare questa idea, già ampiamente storicizzata, con la creazione di percorsi di visita segnalati, indirizzati a questi luoghi, insieme all’organizzazione di manifestazioni mirate a rievocare il particolare clima artistico che si percepiva nella Calice degli anni ’70. Per questo il Museo Casa del Console non può essere gestito come una raccolta di quadri al chiuso nelle mura dell’edificio che la ospita, ma va considerato e gestito come parte di un sistema più ampio di relazioni e percorsi, che proprio grazie al museo diventa comprensibile al visitatore».

Dichiara in conclusione l’architetto Scarabicchi: «La rete di alleanze con altri soggetti del territorio è pertanto un obiettivo gestionale che, per un piccolo museo, non lo vede come solo, ma come parte di un continuum territoriale. Il collegamento del Museo con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi è il primo atto di una collaborazione, che intende esplorare e mettere a disposizione le risorse che il nostro territorio propone, creando un’ esperienza completa per il fruitore in visita nella zona: un percorso di scoperta e conoscenza storico-artistica completo».

Infine, il commento di Renato Dacquino, Sindaco di Borgio Verezzi: «Il Festival in oltre 50 anni è stato testimone di un Paese che cambia: la messa in scena dei testi storici, gli autori contemporanei, i registi e gli attori che hanno sempre portato e portano valori artistici importanti e amicizia per la nostra terra. E ancora: le risorse che si sono contratte in modo significativo, le nuove sinergie pubblico privato, la necessità di fare bene con meno, l’evoluzione dei gusti del pubblico e le nuove esigenze. Tutto questo in oltre 50 anni, tutto questo è spettacolo nello spettacolo o, forse, ancora di più: è la vera struttura portante del Festival. Tutto questo è poco noto, poco ricordato, sia a livello nazionale che locale, ed è un patrimonio incredibile da raccontare, da conoscere. Con questa mostra inizia un percorso di collaborazione per far conoscere a fondo un patrimonio artistico e culturale unico, un patrimonio che è di tutto il nostro territorio. Ed è proprio per questo, che la collaborazione con il Comune di Calice, culla d’arte, ha un significato particolare ed esprime con forza la volontà di tutti noi di fare sinergia territoriale e impegno nella qualità artistica a 360°».

C.S.

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