Genova ricorda Ivo Saglietti, il fotografo che ha raccontato le ferite del mondo

Genova rende omaggio a Ivo Saglietti, un fotografo che ha dedicato la sua vita a documentare le sofferenze dell’umanità. A un anno dalla sua scomparsa, Palazzo Grillo ospita una retrospettiva che ripercorre il suo intenso percorso professionale, fatto di viaggi in zone di conflitto e di impegno civile.

Un testimone del suo tempo. Le fotografie di Saglietti non sono semplici immagini, ma vere e proprie testimonianze di un’epoca segnata da guerre, migrazioni e disuguaglianze. Il fotografo italiano, con la sua lente, ha catturato attimi di dolore e di speranza, portando alla luce storie dimenticate e denunciando le ingiustizie del mondo.

Un viaggio attraverso l’umanità. La mostra, che si può visitare fino al 31 dicembre, offre un’ampia panoramica del lavoro di Saglietti, dalle guerre in Sud America agli scontri nei Balcani, fino ai progetti a lungo termine dedicati alle tematiche dell’acqua, del cibo e dei nuovi sfruttamenti del lavoro. Tra le opere esposte, spicca il ciclo dedicato a Deir Mar Musa, un monastero siro antiocheno in Siria, simbolo di dialogo interreligioso e di accoglienza.

Un legame indissolubile. Un legame speciale unisce Saglietti a Padre Paolo Dall’Oglio, fondatore del monastero di Deir Mar Musa. I due, pur provenendo da mondi diversi, erano uniti da una profonda amicizia e da una comune passione per la giustizia e la pace. La scomparsa di Dall’Oglio, avvenuta nel 2013, ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di Saglietti.

Un invito alla riflessione. Le fotografie in bianco e nero di Saglietti sono un invito alla riflessione sull’attuale situazione del mondo. L’autore, con la sua sensibilità e il suo rigore, ci ricorda l’importanza di non dimenticare le sofferenze degli altri e di impegnarci per costruire un futuro più giusto e equo.

Crediti immagini: Archivio Saglietti