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Dragonfly, questo il nome del veicolo, verrà lanciato nel 2026 se tutto va secondo i piani.

«La NASA è pronta ad andare su Titano». L’Agenzia Spaziale americana lo ha annunciato giovedì 27 giugno. La prossima missione nel loro programma di missioni a medio costo New Frontiers sarà Dragonfly, un drone progettato per sorvolare i cieli dell’enorme, nebbiosa e potenzialmente favorevole allo sviluppo di vita, luna di Saturno.

Se tutto va secondo i piani, Dragonfly verrà lanciato nel 2026 ed atterrerà su Titano otto anni dopo, secondo i funzionari di NASA. La sonda impiegherà almeno 2 anni e mezzo ad esplorare la luna larga 5150 chilometri, richiedendo almeno 24 voli che ricopriranno un totale di circa 180 chilometri. Titano, la più grande luna di Saturno, è due volte e mezzo più piccola del nostro pianeta e dista dalla Terra circa 1355 milioni di chilometri, mentre dista circa 1 milione e 200 mila chilometri da Saturno.

L’immagine composita mostra una vista all’infrarossi di Titano, la luna di Saturno, ripresa dalla sonda Cassini della NASA durante il flyby della missione “T-144” il 13 novembre del 2015.

Dragonfly è un velivolo lungo 3 metri che raccoglierà tutta una serie di dati ad ognuna delle sue fermate. Questo lavoro aiuterà gli scienziati ad apprendere di più da Titano, il solo corpo del sistema solare oltre alla Terra ad essere conosciuto per ospitare corpi stabili di liquido sulla sua superficie.

Laghi, fiumi e mari sulla superficie di Titano, non sono però composti da acqua: il sistema climatico della gelida luna è basato su idrocarburi, in particolar modo di metano ed etano.

La missione è orientata verso la dettagliata caratterizzazione della chimica di Titano. Attualmente si sa che complesse molecole organiche vorticano nella spessa atmosfera satura di azoto della luna, ed alcuni scienziati ipotizzano che i suoi mari di idrocarburi possano ospitare forme di vita esotiche.

Titano ospita anche un altro ambiente potenzialmente abitabile: un oceno sotterraneo di acqua allo stato liquido, che scivola sotto la crosta ghiacciata della luna.

«Dragonfly potrebbe plausibilmente trovare tracce di vita su Titano, se la luna è effettivamente abitata e, dato che Titano è molto simile alla Terra primordiale, le osservazioni della missione potrebbero fare luce sui processi chimici che hanno permesso alla vita di svilupparsi sul nostro pianeta», spiegano i funzionari della NASA.

«Titano è diverso da qualsiasi altro posto nel sistema solare, e Dragonfly non è una missione come le altre», ha detto Thomas Zurbuchen, Amministratore associato della NASA per la scienza presso la sede dell’agenzia a Washington, D.C. «È notevole pensare a questo drone che vola per chilometri e chilometri lungo le dune di sabbia organica della più grande luna di Saturno, esplorando i processi che formano questo straordinario ambiente», ha poi aggiunto. «Dragonfly visiterà un mondo pieno di una grande varietà di composti organici, mattoni fondamentali della vita che potrebbero insegnarci l’origine della vita stessa.», conclude Zurbuchen.

Dragonfly atterrerà tra le dune di Titano, quindi si farà strada verso la destinazione finale, il Selk Crater, un cratere con un diametro di 80 Km. Selk è un luogo particolarmente ottimale per lo studio della chimica prebiotica e la ricerca di segni di vita, spiegano alla NASA, perché possiede i tre ingredienti necessari alla formazione della vita come noi la conosciamo (acqua allo stato liquido, molecole organiche, ed energia) miscelati durante l’impatto che ha creato il cratere (lo strato roccioso nel sottosuolo di Titano è acqua ghiacciata).

Dragonfly sarà a propulsione nucleare, come il rover Curiosity della NASA su Marte, la sonda New Horizons su Plutone, e molti altri esploratori dello spazio profondo.

Dragonfly sarà la quarta missione del programma New Frontiers, successiva a New Horizons, la sonda Juno su Giove, e la missione di campionatura asteroide OSIRIS-REx. I costi di sviluppo di Dragonfly hanno toccato quota 850 milioni di dollari, sebbene il costo finale della missione, lancio incluso, raggiungerà probabilmente il miliardo di dollari.

Dragonfly non sarà il primo veicolo ad atterrare su Titano. Il primo posto va alla sonda europea (ESA/ISA) Huygens, che ha toccato il suolo lunare nel gennaio del 2005. Huygens ha viaggiato verso il sistema di Saturno con il velivolo spaziale della NASA Cassini, che ha orbitato il “pianeta con gli anelli” dalla metà del 2004 sino a settembre 2017.

Crediti immagini: NASA, NASA/JPL

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