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La scorsa settimana Curiosity, il rover della NASA in missione su Marte, ha ottenuto un sorprendente risultato: il più alto livello di metano mai misurato durante una missione. Stiamo parlando di un volume pari a circa 21 parti per miliardo di unità di volume (ppbv). Un ppbv significa che se prendete un volume di aria su Marte, un miliardesimo di quel volume di aria sarà metano.

La scoperta arriva dal Sample Analysis at Mars (SAM) del rover – uno spettrometro laser sintonizzabile. La scoperta ha fatto molto scalpore tra gli scienziati perché la vita microbica è un’importante fonte di metano sulla Terra, ma il metano può anche essere creato attraverso interazioni tra rocce e acqua.

Curiosity non ha gli strumenti per poter affermare con certezza quale sia la fonte del metano, o se essa provenga da una sorgente locale all’interno del Gale Crater oppure da qualche altra parte del pianeta.

«Con gli attuali rilievi, non abbiamo modo di dire se la fonte di metano sia biologica o geologica, oppure se sia antica o recente» ha detto Paul Mahaffy, principale ricercatore del progetto SAM al Goddard Spaceflight Center della NASA a Greenbelt nel Maryland.

Il team di Curiosity ha più volte rilevato metano durante la missione. Precedenti rapporti hanno documentato come i livelli di fondo del gas aumentassero e diminuissero con l’alternarsi delle stagioni. Hanno anche notato improvvisi picchi di metano, ma il team scientifico sa veramente poco riguardo a quanto questi picchi durino o perché essi siano differenti rispetto ai modelli stagionali.

Il team SAM ha organizzato un nuovo esperimento per il weekend in modo da ottenere maggiori informazioni riguardo a ciò che i picchi potrebbero essere. Qualsiasi cosa gli scienziati troveranno – anche in assenza di metano – aggiungerà sostanza alle recenti misurazioni.

Gli scienziati di Curiosity necessiteranno tempo per analizzare tutti questi dati e condurre maggiori test ed osservazioni. Ci vorrà tempo anche per poter collaborare con altri team scientifici, inclusi quelli del Trace Gas Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha passato poco più di un anno nell’orbita del Pianeta Rosso, senza rilevare traccia di metano. La combinazione delle osservazioni dalla superficie e dall’orbita potrebbero aiutare gli scienziati a localizzare le fonti del gas sul pianeta, e capire quanto a lungo possa perdurare nell’atmosfera marziana. Ciò potrebbe spiegare perché le osservazioni del Trace Gas Orbiter e di Curiosity sono così differenti.

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