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Il tempo di inattività del dormiente Loki Patera è quasi agli sgoccioli, almeno secondo quanto ci racconta la storia attuale. Il più grande vulcano di Io, la luna di Giove, dovrebbe eruttare da un momento all’altro, secondo quanto suggeriscono alcuni nuovi studi condotti di recente.

Loki Patera, un lago lavico largo 200 chilometri presente sul corpo celeste più vulcanicamente attivo del nostro Sistema Solare, ha sempre avuto un’attività piuttosto regolare nei passati decenni, e sembrerebbe essere prossimo ad una nuova eruzione. Visto per la prima volta nel flyby della sonda Voyager 1 avvenuto nel 1979, il suo calore può essere rilevato dai telescopi presenti sulla Terra.

«Se questo comportamento rimane invariato, Loki dovrebbe eruttare nel settembre del 2019, all’incirca nello stesso periodo del meeting EPSC-DPS di Ginevra – spiega Julie Rathbun, scienziata senior al Planetary Science Institute di Tucson in Arizona, in un’intervista tenuta il 17 di settembre –. Siamo stati in grado di predire correttamente che l’ultima eruzione sarebbe avvenuta nel maggio del 2018.»

L’EPSC-DPS è una conferenza di European Planetary Science Congress e Divisione di Scienze Planetarie del American Astronomical Society, che si è tenuta dal 15 al 20 settembre a Ginevra, dove Rathbun ha presentato i nuovi risultati della sua ricerca.

Gli scienziati non sono sicuri di ciò che comporterà l’eruzione del Loki Patera, ma la principale spiegazione dell’evento mette in evidenza un processo molto differente da quello tipico delle eruzioni vulcaniche sulla Terra: lo strato superiore del Loki Patera solidifica, quindi sprofonda nella porzione ancora liquida sottostante.

Ma il mistero che avvolge Loki Patera non termina qui. La periodicità delle eruzioni del lago è cambiata nell’arco dei decenni. Le eruzioni sono avvenute ogni 540 giorni terrestri circa fino al 1990. Il comportamento periodico sembrava essersi interrotto agli inizi degli anni 2000 ma è riapparso verso il 2013, con eruzioni che attualmente avvengono con una cadenza di circa 475 giorni.

A causa di tutti questi cambiamenti ed incertezze, Rathbun non è esattamente propensa a fare scommesse sull’eruzione del Loki Patera nei prossimi giorni.

«I vulcani sono molto difficili da predire a causa della loro intrinseca complicatezza. Molte cose influenzano le eruzioni vulcaniche, come la quantità dell’afflusso di magma e la sua composizione – in particolare la presenza di bolle nel magma, il tipo di roccia sul quale si trova il vulcano, lo stato di frattura della roccia e molti altri fattori», spiega Rathbun.

E continua «pensiamo che Loki possa essere predicibile per il fatto che è molto grande. A causa della sua dimensione, la fisica di base è quella molto probabilmente dominante quando erutta, quindi le piccole complicazioni che influenzano i piccoli vulcani molto probabilmente non influiscono in modo particolare su Loki. Bisogna comunque essere cauti perché Loki, dal nome del dio imbroglione della mitologia norrena, e un vulcano che ha la fama di non comportarsi particolarmente bene».

Il ciclo di attività del Loki Patera è troppo lungo per poter essere connesso all’orbita di Io attorno a Giove, che è molto breve: la luna completa un’orbita ogni 1,77 giorni terrestri. Perciò i ricercatori pensano che le interazioni gravitazionali tra Io e alcune delle altre lune di Giove possano essere le responsabili della (semi) regolarità.

L’enorme forza di attrazione gravitazionale esercitata da Giove è comunque la causa principale del vulcanismo di Io. La costante interazione tra il pianeta ed Io stressa la struttura interna della luna, facendo liquefare la roccia lunare in magma a causa del surriscaldamento dovuto alle forze mareali (bisogna ricordare che la lava non è altro che magma che ha raggiunto la superficie di un pianeta o luna).

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