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È passato a circa 80 mila chilometri dal nostro pianeta. Avvistato poche ore prima del passaggio.

Osservato per la prima volta il 24 luglio 2019 dall’osservatorio SONEAR in Brasile, 2019 OK, questo il nome dell’asteroide, fa parte del gruppo di asteroidi Apollo.

Il suo diametro è stato stimato tra i 57 ed i 130 metri, e alle ore 1:22 UTC (le 3:22 in Italia) del 25 luglio, a soli 71.806 Km (un quinto della distanza tra noi e la Luna) dalla Terra, è sfrecciato ad una velocità di 24,5 Km/s.

https://twitter.com/SuperASASSN/status/1154190931509350401

Questo asteroide non era uno di quelli tenuti sotto controllo dagli scienziati, ed è sembrato come “sbucare fuori dal nulla” hanno detto alcuni osservatori astronomici. Osservato solo all’inizio di questa settimana, gli astronomi avevano solo poche ore prima annunciato le informazioni relative a dimensione e traiettoria.

Gli astronomi concordano sul fatto che sia probabilmente uno dei più grandi asteroidi ad essere passato così vicino alla Terra negli ultimi anni.

Ma come è possibile che un evento simile sia quasi stato ignorato?

Per prima cosa, bisogna tenere conto della dimensione. L’asteroide 2019 OK è un grande pezzo di roccia, ma nemmeno lontanamente comparabile con le dimensioni di quello che portò i dinosauri all’estinzione. Più del 90% di questi asteroidi, che sono grandi 800 o più metri, sono già stati identificati da NASA e dai suoi partner.

Asteroidi della dimensione di 2019 OK non sono semplici da individuare. Bisogna affidarsi alla luce solare riflessa, ed anche se li osservassimo con un binocolo durante il loro passaggio più vicino alla Terra, sarebbe comunque molto difficile vederli.

Anche l’orbita eccentrica dell’asteroide e la sua velocità hanno contribuito a complicare le cose. L’orbita marcatamente ellittica lo ha portato da dopo Marte sino all’orbita di Venere, e ciò ha significato che la quantità di tempo passata vicino alla Terra, dove poteva essere rilevabile, è stata molto breve. Una volta raggiunta la Terra, l’asteroide l’ha sfiorata a circa 24 chilometri al secondo (ossia circa 86.905 chilometri orari), a differenza di altri asteroidi che recentemente le hanno fatto visita con velocità comprese tra 4 e 19 chilometri al secondo (da 14.323 a 68.397 Km/h).

L’asteroide 2019 OK ha mantenuto una debole luminosità per molto tempo, poi nell’arco di un settimana o due ha raggiunto una luminosità sufficiente per essere rilevato, ma era necessario che qualcuno guardasse nella giusta direzione. Una volta identificato, gli eventi si sono succeduti molto velocemente, ed è stato possibile rilevarne il rapido avvicinamento solo poco prima del passaggio.

Il rilveamento all’ultimo momento è un altro segnale di quanto poco conosciamo lo spazio ed una chiara evidenza della potenziale minaccia che questi asteroidi possono rappresentare.

Sono questi eventi, quindi, un reale pericolo?

Nel 2013, una meteora significativamente più piccola (circa 20 metri di diametro – come un palazzo di 6 piani), esplose nel cielo della città russa di Chelyabinsk e rilasciò un’intensa onda d’urto che frantumò tetti e finestre, ferendo circa 1200 persone. Bisogna tornare indietro di circa un secolo per trovare un’altra roccia spaziale, simile per dimensioni a 2019 OK, che abbia colpito la Terra, cioè l’evento di Tunguska. In quel frangente, l’asteroide causò un’esplosione che spianò 2.000 chilometri quadrati di foresta della Siberia.

Sebbene le possibilità che un grande asteroide impatti su di una città siano piuttosto basse, per gli astronomi è importante che vengano impegnate risorse nell’identificazione e prevenzione di questi eventi. Secondo gli scienziati, 2019 OK ha confermato ancora un volta come ci siano pericolosi asteroidi là fuori di cui nulla si conosce, e che potrebbero farci visita inaspettatamente.

Quali sarebbero le contromisure?

Gli scienziati stanno lavorando allo sviluppo di almeno due differenti tipi di approccio per deviare asteroidi potenzialmente pericolosi.

Una strategia sarebbe quella di spingere piano e lentamente l’asteroide per il tempo necessario a fargli cambiare traiettoria e portarlo lontano dalla Terra.

L’altra strategia è conosciuta come “trattore gravitazionale”. Se un asteroide viene rilevato con sufficiente anticipo, sarebbe possibile deviarlo usando la gravità di un velivolo spaziale, secondo la ricerca della NASA.

Sicuramente, una strategia in assoluto da evitare sarebbe quella di frantumare l’asteroide con testate nucleari, come tanti film di fantascienza hollywoodiani ci hanno abituato negli anni: oltre al fatto incerto di un suo esito positivo, si renderebbe radioattivo l’asteroide.

Alla luce di questo nuovo evento, gli scienziati rimarcano l’importanza di investire in un approccio globale per l’identificazione degli asteroidi, perché «prima o poi ce ne sarà uno indirizzato a noi, è solo una questione di quando accadrà, e non di se accadrà – ha detto Alan Duffy, scienziato al Royal Institution of Australia. Non dobbiamo seguire il destino dei dinosauri. In realtà abbiamo già la tecnologia per trovare e deviare questi piccoli asteroidi se ci impegnano ora».

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