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Ministero e Pra non riescono a far dialogare i sistemi informatici in tempo reale, per questo slitta ancora l’entrata in vigore.

Annunciato da una legge del 2015, disciplinato da una norma sulla Gazzetta Ufficiale n. 264 dell’11 novembre 2017 e atteso per il 1° gennaio del 2020, dopo un primo rinvio del 1° luglio 2018, l’atteso Documento Unico di Circolazione – che riunisce libretto di circolazione e certificato di proprietà – non arriverà nemmeno all’inizio del nuovo anno.

Un rinvio dovuto a problemi tecnici legati alle difficoltà di interconnessione tra l’Archivio Nazionale Veicoli del Ministero dei Trasporti ed il Pubblico Registro Automobilistico di ACI, che impedirebbero l’inserimento immediato (si parla di minuti invece di secondi, in un mercato dove nei momenti di punta si superano le 50000 immatricolazioni) dei dati relativi alla nuova carta di circolazione, ha fatto nuovamente slittare i termini della riforma.

Grazie all’introduzione di questo nuovo documento, anche i passaggi di proprietà saranno più rapidi e meno onerosi, sebbene di soli 39 euro (vengono rimossi due bolli dal costo di 32 euro e la trascrizione all’ACI passa da 27 a 20 euro). Ai cittadini infatti non sarà più chiesto il doppio pagamento del PRA e della Motorizzazione, e ci saranno delle riduzioni sui bolli e altri documenti. Inoltre, il costo dell’immatricolazione dovrebbe passare a 61 euro, contro i 100 attuali.

Se l’emendamento verrà approvato, nelle prossime settimane il Ministero delle Infrastrutture fisserà un calendario per l’avvio progressivo della riforma. Bisognerà attendere, quindi, il 1° novembre 2020 quando, forse, la riforma sarà pienamente realizzata.

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