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Si stà rivelando una soluzione sempre più gradita per garantire flessibilità al sistema energetico e dare continuità alla produzione di fonti rinnovabili, permettendo così uno sviluppo del fotovoltaico.

Le batterie di accumulo energetico sono il fulcro del sistema energetico attuale, aiutando i gestori di rete a bilanciare l’offerta di energia elettrica per soddisfare la domanda e fornendo risorse energetiche extra quando necessario.

La Commissione Europea crede in questa nuova tecnologia tanto da realizzare un progetto comune tra Germania, Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Polonia e Svezia per sostenere ricerca e sviluppo nel settore delle batterie di accumulo.

In italia, nel 2019, si è registrata una forte crescita di installazione di accumuli.

I dati pubblicati da Anie Rinnovabili parlano di 21.036 sistemi storage installati in Italia per una potenza complessiva pari a 87,2 MW.

I sistemi di accumulo si suddividono in due macro sistemi, quelli collegati in corrente continua direttamente ai moduli fotovoltaici, attraverso appositi inverter.

L’altro sistema invece è collegato sul lato corrente alternata e ai fini pratici appare come collegare un elettrodomestico all’impianto di casa.

Quest’ultimo sistema, con apposito accessorio, può fungere da riserva di energia in caso di mancanza di tensione di rete, mentre il primo ha un piccolo maggior rendimento.

Le differenze sia nella parte di gestione del sistema, che nel tipo di batterie, oltre che alla notorietà del marchio determinano una notevole forbice di costo, rendimenti e affidabilità.

Gianluca Gargiulo

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