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Il silenzio della maggioranza e del Governo sul futuro di Piaggio era ed è irresponsabile ed è la naturale anticamera di brutte sorprese.

La proprietà attendeva da molti mesi la conferma del Governo circa il programma di investimento connesso ai droni (P1HH e P2HH) ed il relativo finanziamento di 766 milioni di euro già assunto dal Governo Gentiloni con un decreto del ministro della Difesa Pinotti.

Insomma voleva sapere se l’idea dei passati Governi Gentiloni e Renzi di rafforzare il futuro industriale di Piaggio, in un quadro sinergico con lo stato italiano, e quindi anche circa l’affidamento della manutenzione dell’intero parco motori delle Forze Armate, fosse ancora reale e percorribile.

Il Parlamento, con una schiacciante maggioranza di M5S e Lega, con le opposizioni favorevoli, doveva solo rilasciare un parere. Purtroppo un parere che ancora oggi non esiste. Senza contare che, da mesi, il Ministro della Difesa avrebbe potuto procedere in ogni caso.

Del resto il relatore in Commissione alla Camera, l’on. Crippa, attuale sottosegretario competente per questo affare, mai ha fatto mistero di non condividere il programma Piaggio e mai i grillini si sono trattenuti dal criticare a più riprese le ragioni e la dimensione dell’impegno finanziario dell’Italia.

Di fronte allo stallo, all’incapacità nel decidere e addirittura all’ostilità manifestata dal Governo a tale programma ci si poteva aspettare un epilogo diverso?

Averlo previsto da mesi per me non è una grande soddisfazione.

L’amministrazione straordinaria chiesta dalla proprietà è la risposta a tale situazione.

Si tratta di una procedura concorsuale prevista dalla legge fallimentare, che priva i soci di Piaggio del controllo e della guida dell’azienda, che viene consegnata a commissari, ovvero tecnici che, con il futuro e i sogni di Piaggio, stenteranno a dialogare.

Bisogna essere chiari e netti se vogliamo coltivare una disperata speranza.

È necessario innanzitutto prendere atto di chi, come i Governi Renzi e Gentiloni, ha creduto e stanziato milioni di euro in Piaggio e di chi invece come l‘attuale maggioranza e il governo giallo-verde prende tempo e favorisce la sua chiusura.

Bisogna reagire con forza di fronte a riunioni convocate per illustrare la volontà di azione del Governo, come quella di martedì scorso al MISE, dove il sottosegretario Crippa ha parlato solo per due minuti e 45 secondi, riferendosi a non meglio precisate “interlocuzioni”, con l’assessore regionale leghista è intervenuto in modo inconcludente e incomprensibile per meno di 20 secondi.

Il commentare questo incontro decisivo e da tutti atteso da mesi con ansia con frasi del tipo “fumata grigia”, come qualche rappresentanza sindacale ha fatto, è figlio di superficialità e di una contiguità con il Governo evidente e devastante, che sarà anche “comprensibile”, ma che è un pugno in faccia ai lavoratori e al futuro di Piaggio.

O Piaggio diventa un caso nazionale, che mette in mora Governo e Regione, o è meglio avvisare i 1.200 lavoratori che si preparino al peggio.

Sono tanti i tavoli di crisi in Italia, ma pochi i casi in cui le reazioni siano state così indulgenti e poco nette nei confronti di chi ha il dovere e il potere di risolverle.

Il sottoscritto c’era prima con i sindaci del nostro territorio e c’è anche ora. Da soli però non possiamo farcela.

Serve uno sforzo di verità e di lotta eccezionali di tutta la nostra comunità, dei lavoratori e delle forze politiche e sindacali.

Questa è una condizione essenziale e necessaria.

Al punto in cui siamo arrivati potrebbe non essere neppure sufficiente; ma tutti, dico tutti, abbiamo il dovere di provarci fino all’ultimo secondo.

On. Franco Vazio

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