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Una data indimenticabile per chi ha più di 50 anni

Quelli che hanno almeno cinquant’anni ricordano tutto di quella terribile mattinata di 40 anni fa quando venne rapito Aldo Moro, presidente della Dc, e uccisi i cinque uomini della sua scorta. Tutti non esitiamo a ricordare dove eravamo, cosa facevamo, quando quella notizia cambiò non soltanto la vita di quel giorno ma dei mesi e degli anni che la seguirono. Ci vollero un paio d’ore per capire cosa successe veramente e questo, ai giovani di oggi, potrà sembrare un assurdo. Ma a quei tempi, 1978, non c’erano i social, Internet ed altre tecnologie. C’erano soltanto la radio e la televisione, con i due canali Rai, che iniziavano la loro programmazione alle 13. Tg1 e Tg2 uscirono in edizione straordinaria alle 10, e quel servizio di Paolo Frajese con la telecamera a mano che inquadrava i corpi della scorta a terra è rimasto qualcosa che non si dimentica, oltre ad un pezzo giornalistico di rara intensità. Quel giorno poi chi era giovane rimase a casa, perché tanta era la paura: nel pomeriggio la Rai mandò in onda altre straordinarie e fu così per i 55 giorni che seguirono, dove la speranza di una vicenda a lieto fine si faceva sempre più tenua. Giorni nei quali i giornali si schieravano per trattare con i terroristi ad altri che invocavano fermezza. Poi il 9 maggio l’uccisione dello statista. Basterebbe soltanto citare la testimonianza di un parente di una delle vittime della scorta per capire come fossero diversi quei tempi: le armi erano tenute nel bagagliaio e l’auto non aveva vetri blindati perché nessuno immaginava lontanamente che si sarebbe verificato un atto di una ferocia che ha modificato, forse per sempre, il nostro vivere quotidiano

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