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Un recente report di Greenpeace, intitolato “Acque Senza Veleni”, ha analizzato la presenza di sostanze poli- e per-fluoroalchiliche (PFAS) nelle acque potabili di 235 città italiane, tra cui alcune in Liguria. L’indagine, condotta tra settembre e ottobre 2024, ha evidenziato la presenza di PFAS nel 79% dei campioni esaminati.

I PFAS sono sostanze chimiche utilizzate in diversi processi industriali e prodotti di consumo, note per la loro persistenza nell’ambiente e per i potenziali rischi per la salute, tra cui interferenze endocrine e danni a tiroide, fegato, sistema immunitario e fertilità. Alcuni PFAS sono classificati come cancerogeni o possibili cancerogeni.

L’analisi di Greenpeace ha monitorato 58 diverse molecole, superando le 24 previste dalla nuova direttiva europea. L’indagine ha incluso anche molecole ultracorte come l’Acido Trifluoroacetico (TFA) e l’Acido perfluoropropionico (PFPrA), per le quali mancano dati pubblici nonostante le preoccupazioni della comunità scientifica. I campioni sono stati prelevati da fontane pubbliche e analizzati in un laboratorio indipendente.

La situazione in Liguria

L’indagine ha evidenziato la presenza di PFAS anche in Liguria, con campioni positivi a Genova, Rapallo e Imperia. In particolare, la Liguria risulta essere una delle regioni con la maggiore diffusione di PFOA (acido perfluoroottanoico), una sostanza classificata come cancerogena.

Le sostanze più diffuse

Le molecole più frequentemente rilevate sono state:

SostanzaPercentuale campioni
PFOA47%
TFA40%
PFOS22%

Il TFA, in particolare, è risultato presente in quantità maggiori rispetto alle altre molecole nei campioni in cui è stato rilevato.

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