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L’ultimo aggiornamento mostra come il pericolo di estinzione ora minacci un terzo di tutte le specie osservate, dalle scimmie alle razze.

Dalle cime degli alberi alle profondità oceaniche, la distruzione umana della natura non conosce sosta, spingendo sempre più specie verso l’estinzione. L’ultimo aggiornamento della “lista rossa” mostra che un terzo di tutte le specie osservate è oramai minacciato.

La demolizione degli habitat e la caccia alla carne di animali selvatici ha portato al declino di sette primati, mentre la pesca senza regole ha spinto due famiglie di razze al limite della sopravvivenza.

L’inquinamento, le dighe e l’eccessiva estrazione di acqua dolce sono responsabili del pericoloso declino della fauna di fiume soprattutto in Messico e Giappone, mentre il disboscamento illegale sta devastando i palissandri del Madagascar, e le malattie stanno decimando l’olmo americano.

La lista rossa prodotta dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), è il riferimento più autorevole per l’osservazione dell’attuale stato delle varie specie. La lista aggiornata giovedì ha aggiunto almeno altre 9.000 nuove specie, portando il totale a 105.732, sebbene questo sia una frazione delle milioni di specie che si pensa popolino la Terra. Non una sola specie è stata annoverata tra quelle che hanno migliorato il loro attuale stato.

Un rapporto sulla situazione della salute del pianeta pubblicato a maggio, ha concluso che la civilizzazione umana è in pericolo a causa del declino accelerato dei sistemi naturali di supporto vitale della Terra. Le popolazioni di animali selvatici si sono ridotte del 60% dal 1970 e l’estinzione della piante sta avvenendo ad un ritmo “spaventoso”, secondo quanto riportato dagli scienziati.

«La natura sta morendo ad una velocità senza precedenti nella storia dell’umanità – ha detto Jame Smart, direttore del gruppo di conservazione delle biodiversità all’IUCN – È necessaria un’azione decisiva per fermare questo declino, ed il summit delle Nazioni Unite sulle biodiversità che si terrà l’anno prossimo in Cina sarà cruciale.»

La lista rossa mette in evidenza la difficile situazione di due specie di razze dell’ordine dei Rinopristiformi. Attualmente sono le famiglie di pesci marini più minacciate al mondo, con 15 specie in uno stato di pericolo estremo, e praticamente si trovano ad un passo dall’estinzione. Colpa è la pesca intensa e indiscriminata che vede sempre più spesso queste razze essere prede accessorie di questa attività..

Tra le sette specie di primati spinte verso l’estinzione, sei si trovano in Africa occidentale dove la deforestazione e la caccia alla carne di animali selvatici sono molto diffuse. Oramai sono rimasti solamente 2.000 esemplari di cercopiteco roloway in Costa d’Avorio e Ghana, una popolazione drasticamente ridotta. La dimensione relativamente ampia del loro corpo ed il valore della loro carne e pelliccia ha fatto sì che questi animali divenissero il bersaglio preferito dei bracconieri.

La sete dell’umanità per l’acqua dolce, soprattutto in agricoltura, sta avendo un grosso impatto soprattutto sulla fauna di laghi e fiumi. L’aggiornamento della lista rossa rivela che più di metà dei pesci d’acqua dolce in Giappone e oltre un terzo in Messico sono ora in pericolo di estinzione. Una recente ricerca ha rilevato che due terzi dei grandi fiumi nel mondo non hanno più modo di fluire liberamente.

«La perdita di queste specie di pesci d’acqua dolce priverebbe miliardi di persone di una importante fonte di cibo e guadagno, e potrebbe avere effetti a catena sull’interno ecosistema» ha detto William Darwall, a capo dell’unità di biodiversità per l’acqua dolce di IUCN.

L’ultimo aggiornamento della lista rossa ha aggiunto anche 500 specie di pesci ossei da acque profonde, come i pesci lanterna bioluminescenti che stanno affrontando una potenziale minaccia da pesca di profondità, trivellazioni, e l’estrazione dai fondali marini. La lumaca dai piedi squamosi (Chrysomallon squamiferum) è il primo mollusco abitante sui camini idrotermali delle profondità marine ad essere stato aggiunto alla lista come specie in pericolo.

Per l’IUCN ci sono nuovi osservati speciali anche tra la maggior parte degli alberi della foresta decidua secca del Madagascar, incluse 23 specie di palissandri, dei quali il 90% è oggi minacciato. Il loro legno pregiato viene spesso usato per la realizzazione di mobilio, ed è il prodotto più illegalmente trafficato al mondo. Anche l’olmo americano è entrato per la prima volta nella lista come specie in pericolo; quest’albero una volta considerato comune è diminuito nei decenni a causa di un agente patogeno fungino invasivo, la malattia dell’olmo olandese.

Anche i funghi sono una voce in aumento nella lista. Con l’aggiornamento, si rileva che almeno 15 specie di funghi che crescono solitamente nella campagne di molti paesi europei, sono ora a rischio di estinzione. La Hygrocybe punicea, comune in Regno Unito e Germania, è uno di quei funghi che hanno sofferto quando le praterie semi-naturali sono state convertite in agricoltura intensiva.

Altre specie aggiunte includono il topo di betulla ungherese, ora estinto nel 98% della sua specie a causa di un’agricoltura intensiva; e la Xenopus longipes (rana di pozzanghera del Lago Oku), una delle rane più abbondanti del Lago Oku in Cameroon, ma probabilmente estinta a causa di un devastante fungo che ha decimato gli anfibi in tutto il mondo.

«La perdita delle specie ed il cambiamento climatico sono le due più grandi sfide che l’umanità sta già affrontando in questo secolo» ha detto Lee Hannah di Conservation International. Ci spiega che la lista rossa affronta entrambe includendo la minaccia del riscaldamento globale nella valutazione del rischio di estinzione: «I risultati sono chiari, dobbiamo agire ora su entrambe i problemi.»

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