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Il terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980 è stato il più forte evento sismico che ha colpito l’Appennino meridionale negli ultimi 100 anni. Le regioni più colpite furono la Campania e la Basilicata, ma fu avvertito in quasi tutta Italia, dalla Sicilia fino all’Emilia Romagna e la Liguria.

Con una energia pari a magnitudo Mw 6.9 ed una intensità epicentrale Io pari a X scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS) e a IX ESI-07*[1], causò gravi danni in oltre 800 località con la distruzione di oltre 75.000 abitazioni e 275.000 gravemente danneggiate. Le vittime furono quasi 3000, i feriti circa 10.000.

Numerosi e devastanti furono anche gli effetti sull’ambiente naturale, come gli effetti primari, quali la fagliazione superficiale[2] e come gli effetti secondari, quali frane, fratture nel suolo, fenomeni di liquefazione e variazioni idrologiche nelle sorgenti[3].

Le condizioni geologiche, geotecniche e sismologiche contribuirono a condizionare la ricostruzione, talvolta coinvolgendo l’assetto degli originari insediamenti abitativi.

Il terremoto colpì alle 19:34:53 di domenica 23 novembre 1980: una forte scossa della durata di circa 90 secondi, con un ipocentro di circa 10 km di profondità, colpì un’area di 17.000 km² che si estendeva dall’Irpinia al Vulture, posta a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza. I comuni più duramente colpiti (X grado della scala Mercalli) furono quelli di Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Calabritto e Santomenna.

Gli effetti, tuttavia, si estesero a una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l’area centro meridionale della penisola: molte lesioni e crolli avvennero anche a Napoli interessando molti edifici fatiscenti o lesionati da tempo e vecchie abitazioni in tufo; a Poggioreale crollò un palazzo in via Stadera, probabilmente a causa di difetti di costruzione, causando 52 morti. Crolli e devastazioni avvennero anche in altre province campane e nel potentino, come a Balvano dove il crollo della chiesa di S. Maria Assunta causò la morte di 77 persone, di cui 66 bambini e adolescenti che stavano partecipando alla messa.

I resoconti dell’Ufficio del Commissario Straordinario hanno quantificato i danni al patrimonio edilizio. È risultato che dei 679 comuni che costituiscono le otto aree interessate globalmente dal sisma (Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Potenza, Salerno e Foggia), 506 (il 74%) sono stati danneggiati.

Le tre province maggiormente sinistrate sono state quelle di Avellino (103 comuni), Salerno (66) e Potenza (45). Trentasei comuni della fascia epicentrale hanno avuto circa 20.000 alloggi distrutti o irrecuperabili. In 244 comuni (non epicentrali) delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Foggia, Napoli, Potenza e Salerno, altri 50.000 alloggi hanno subito danni da gravissimi a medio-gravi. Ulteriori 30.000 alloggi lo sono stati in maniera lieve.

Molti Paesi, in seguito alla notizia del terremoto, si attivarono per inviare alle popolazioni colpite non solo soldi (115,5 milioni di dollari, cioè circa 99 miliardi delle vecchie Lire dell’epoca) per la ricostruzione, ma anche unità militari e personale specializzato:

  • Stati Uniti: 70 milioni di dollari, 136 uomini con 6 elicotteri della Compagnia paracadutisti del 509º Battaglione.
  • Germania Ovest: 32 milioni di dollari, 1 ospedale da campo con 90 sanitari; 650 uomini e 3 elicotteri del 240º Battaglione Genio pionieri; 1 gruppo di esperti della Croce Rossa; 47 volontari-elettricisti, un gruppo di salvataggio, un gruppo depurazione; 16 cani da salvataggio con guida.
  • Arabia Saudita: 10 milioni di dollari.
  • Iraq: 3 milioni di dollari.
  • Algeria: 500.000 dollari.
  • Belgio: 1 squadra sanitaria di 10 uomini e un’autoambulanza.
  • Francia: équipe di ricerca dei superstiti composte da 291 uomini con cani da valanga; 59 militari medici e specialisti nel soccorso; 12 autoambulanze e 1 elicottero autoambulanza con personale medico.
  • Austria: 1 ospedale militare da campo con 130 sanitari.
  • Jugoslavia: 12 squadre di ricerca con elettrosonde composte di 41 uomini.
  • Svizzera: 14 squadre cinofile e 2 elicotteri speciali per soccorso.

Il docufilm di INGV

Un lungo filo rosso attraversa i luoghi colpiti al cuore dal terremoto dell’Irpinia del 1980. Lunedì 23 novembre 2020 alle 19:34, sul Canale YouTube Ingv Comunicazione Social, sarà proiettato, in prima visione, il docufilmIrpinia80 – Viaggio nella terra che resiste“, realizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Protagonista di questo viaggio per immagini e parole è una terra che resiste pur mostrando ancora oggi i segni indelebili delle ferite provocate dal sisma. La scelta della data e dell’orario di proiezione non è casuale: a quell’ora, infatti, in una domenica di 40 anni fa, mentre la gente era in casa in attesa della cena, una scossa di magnitudo 6,9 colpì Campania centrale e Basilicata centro-settentrionale, facendo circa 3000 morti.

Le donne e gli uomini protagonisti di quell’enorme tragedia, cittadini, istituzioni e scienziati che hanno vissuto in prima persona gli eventi di quarant’anni fa, sono le voci narranti di questo docufilm e raccontano come le loro vite siano cambiate, sconvolte da questo tragico spartiacque. Un omaggio ai protagonisti ma anche a chi, dallo studio di quel terremoto, ha saputo sviluppare negli anni una conoscenza sempre più approfondita del fenomeno per comprendere meglio la sismicità del nostro territorio e mitigare i rischi ad essa associati. Fra i 17 intervistati vi sono il poeta e paesologo Franco Arminio, Rodolfo Console e Nicola Alessandro Pino entrambi dell’Ingv, Giuseppe Luongo professore emerito dell’Università di Napoli Federico II, Aldo Zollo geofisico alla Federico II.

Da Poste Italiane un cartolina e annullo filatelico per non dimenticare

Un annullo filatelico e una cartolina commemorativa per ricordare il devastante terremoto dell’Irpinia, quaranta anni dopo, a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei paesini più duramente colpiti dal sisma. Ieri, nell’ambito del programma “Terremoto dell’Irpinia, 40 anni dopo”, il presidente della Provincia di Avellino, Domenico Biancardi, si è recato all’Ufficio Postale di Sant’Angelo dei Lombardi per il ritiro della cartolina commemorativa, alla presenza anche del sindaco del paesino Marco Marandino e della consigliera provinciale, Rosanna Repole. La Provincia ha chiesto e ottenuto da Poste Italiane l’Annullo Filatelico e la Cartolina Commemorativa in edizione speciale, per ricordare il quarantesimo anniversario del sisma e per rimarcare la forza degli irpini che non si sono arresi di fronte alla catastrofe.

Il Parco della Memoria

L’iniziativa è stata realizzata con il supporto dell’associazione “Irpini della Capitale” e dell’artista Pellegrino Capobianco, che ha realizzato i bozzetti. A Sant’Angelo dei Lombardi ieri si è inoltre tenuta l’inaugurazione del Parco della Memoria e la deposizione della corona donata dal Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.

Bibliografia

  1. Postpischl et al., 1985; Rovida et al., 2016, Serva et al, 2007
  2. Westaway and Jackson, 1984; Pantosti and Valensise, 1990; Blumetti et al., 2002
  3. Cotecchia, 1986; Porfido et al., 2007; Serva et al., 2007

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