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La mattina scorsa, sulle alture di Albissola Marina, gli abitanti della zona Bruciati/Collette sono stati svegliati da un secco colpo di fucile; su ordinanza del sindaco la polizia regionale, dopo aver disposto una gabbia-trappola contenente cibo ed attirato un branco di cinghiali che frequenta la zona, due adulti e due giovani, ha ucciso uno dei due adulti, una femmina, rimasta prigioniera la notte prima; e le catture e fucilazioni continuano.

Su segnalazione di diversi residenti indignati (non tutti, naturalmente gli abitanti che hanno chiesto l’intervento sono invece contenti) lo rende noto la Protezione Animali savonese, che continua la sua solitaria protesta contro la Regione Liguria che, nel caso in questione assieme al sindaco albissolese, continua imperterrita ad applicare le proprie crudeli e probabilmente inutili disposizioni.

Enpa propone invece, nei casi di presenza negli abitati di branchi di cinghiali, di ordinare alle locali squadre di cacciatori cinghialisti dell’ambito territoriale di caccia di effettuare ogni volta una battuta incruenta con cani a guinzaglio, per spaventare gli animali e costringerli a tornare nei boschi, fino a quando la femmina capobranco non capirà che la zona è pericolosa; del resto la colpa della situazione è solo ed esclusivamente dei cacciatori: negli anni ’80 del secolo scorso i cinghiali originari erano praticamente scomparsi ed hanno quindi ripopolato i boschi con soggetti d’allevamento, di ceppi dell’est Europa, più grossi e prolifici, che hanno poi alimentato con ingenti e periodiche quantità di residui alimentari, abituandoli così ad abbinare il cibo alla presenza dell’uomo.

Per protestare, senza insultare: {{email address=}}, {{email address=}}, {{email address=}}.

c.s.

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