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Albenga. Sotto i cornicioni del vecchio palazzo che ospita il Museo Navale Romano nel centro storico di Albenga vi sono decine di nidi di balestrucci, volatili migratori della famiglia delle rondini, che contengono piccoli ed affamati “pulcini” ai quali i solerti genitori portano in continuazione insetti che catturano in volo.

Della loro sorte si stanno preoccupando numerosi abitanti del centro storico, perché stanno per iniziare i lavori di conservazione dell’edificio ed hanno quindi espresso i loro timori alle autorità pubbliche; è intervenuta anche la Protezione Animali savonese, che ha inviato una segnalazione certificata a Comune, Soprintendenza ai beni archeologici ed Assessorato regionale all’agricoltura; Enpa ha ricordato che, come per tutti gli animali selvatici, si tratta inoltre di specie protetta, i loro nidi e le cure parentali ai pulcini, sono tutelati dalla legge ed occorre assumere «ogni cautela, accorgimento e misura tecnica ed organizzativa del cantiere, al fine di evitare l’interruzione delle suddette cure che, ragionevolmente, dovrebbero cessare entro qualche mese con l’involo dei giovani divenuti autosufficienti».

Il balestruccio è utilissimo all’ambiente perché elimina, soprattutto nel periodo della riproduzione e cova, centinaia di insetti ogni giorno; pur pesando non più di 25 grammi, compie ogni anno una formidabile migrazione che lo porta dall’Europa, dove sosta da marzo ad ottobre, all’Africa e talvolta fino al Sudafrica; l’incubazione delle uova dura circa 15 giorni ed i pulcini sono alimentati per 25 giorni, finché divengono autosufficienti ed in grado di volare; il nido è costruito dalla coppia in circa due settimane di duro lavoro con palline di fango impastate con fieno e piume, di solito vicino a grondaie o sotto cornicioni. Tra i circa tremila animali selvatici in difficoltà soccorsi l’anno scorso in provincia di Savona dai volontari dell’Enpa, i balestrucci sono stati sedici.

c.s.

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