Condividi l'articolo

Fondatrice della storica azienda “Cascina Feipu dei Massaretti”, ancora nei campi e nelle vigne.

Donne in Campo-Cia è l’associazione italiana di imprenditrici e donne dell’agricoltura, apprezzata dai cittadini che conoscono i mercati agricoli con le loro eccellenze del gusto e le tante altre iniziative innovative.

E oggi parliamo di una donna davvero speciale che ha fatto la storia dell’agricoltura savonese: è Bice Comparato, classe 1925, fondatrice della storica e rinomata azienda agricola “Cascina Feipu dei Massaretti”, a Bastia d’Albenga. Alla veneranda età di quasi 95 anni è ancora nei campi e nei vigneti, come se il tempo non fosse mai passato, nonostante gli acciacchi della sua longeva anzianità.

È figlia di genitori contadini di Casanova Lerrone dediti all’olivicoltura e già durante il periodo scolastico, al pomeriggio, raccoglieva le olive con il resto della famiglia.

Nel 1946 si sposa con Agostino Parodi e si trasferisce a Bastia, frazione di Albenga, dove, oltre a curare l’andamento domestico, lavora nei campi a quei tempi coltivati a ortaggi e frutta: prezzemolo, porri, carote, cavoli nel periodo invernale, pomodori, zucchine e pesche in estate. Inizia così “un’avventura lavorativa” che partendo dalla tradizione raggiungerà risultati davvero importanti e forse, all’epoca, inaspettati.

Sempre pronta a rimboccarsi le maniche in silenzio, senza mai mollare, determinata come una vera donna dedita alla produzione agricola.

Dagli anni ’60 inizia la sostituzione graduale delle coltivazioni a cui si era dedicata con piante di vite Pigato e Rossese. I terreni sono prevalentemente di origine alluvionale, particolarmente adatti per ottenere vini delicati e profumati. Il cambiamento era motivato da due fattori concomitanti nell’agricoltura albenganese in quel periodo: una sensibile contrazione dei prezzi dei prodotti e forte incertezza nel collocamento sui mercati, oltre ad una contemporanea richiesta di vino Pigato da parte della ristorazione più rinomata che permetteva di ottenere una buona remunerazione.

Pippo e Bice sono stati pionieri nel far conoscere i vini liguri al di fuori della regione e sostenitori convinti della necessità di imboccare la via della qualità a scapito della quantità.

Negli anni ’70 viene completata la sostituzione delle coltivazioni, procedendo anche all’acquisto di terreni confinanti e all’allestimento della cantina con moderne attrezzature e tecniche di vinificazione. Una sorta di “rivoluzione industriale” nel settore che ha fatto scuola.

Nel 1980 arriva il primo riconoscimento: da Ca’ Peo di Leivi il premio “Ronseggin d’ou”, istituito dal sommelier Franco Solari, per il primo classificato, premio conferito dal noto enologo Luigi Veronelli. Nasce così una profonda e duratura amicizia con lo stesso Veronelli, spesso ospite della Cascina dove apprezza in particolare il coniglio alla ligure cucinato da Bice ed elogia i vini prodotti dall’azienda ingauna, sempre più protagonista del mercato vinicolo.

Nel 1981 nasce l’azienda agricola Cascina Feipu dei Massaretti, con l’indicazione dei vini Pigato e Rossese dei Massaretti, dando così una specificità territoriale, una identificazione di prodotto che prima nessuno aveva mai utilizzato.

Nel 1982 arriva il secondo “Ronseggin d’ou”, ancora per il primo classificato.

Nel 1987 gli esperti dell’Arcigola (poi diventato Slow Food), capitanati da un quarantenne come Carlin Petrini, conferiscono il simbolo dei “tre bicchieri”, a indicare l’eccellenza assoluta, al Pigato di Pippo e Bice, il primo vino ligure ad ottenere questo riconoscimento.

Proprio Luigi Veronelli, Carlin Petrini e Cesare Pillon, giornalisti e grandi conoscitori del mondo enologico, sono stati ospiti graditi dell’azienda albenganese ed hanno accompagnato tutta la vita vitivinicola di Bice.

Nel 2000 Veronelli conferisce al Rossese dei Massaretti “Il sole”, riconoscimento che assegna personalmente ogni anno alle etichette che lo hanno colpito ed emozionato maggiormente.

Nel 2003 Bice e Pippo vengono iscritti all’Albo dei Benemeriti della Cultura Gastronomica Mondiale da Slow Food con la dicitura: ‘per la vita di lavoro sapiente e l’apporto insostituibile alla cultura materiale umana, affinché se ne conosca la storia, esempio per le future generazioni’.

I riconoscimenti ottenuti non hanno mai allontanato Bice dal lavoro agricolo, rimanendo una attenta osservatrice delle vigne e di tutti coloro che lavorano nei terreni della produzione vitinicola, continuando anche con la sua passione dell’orto, per la propria famiglia e non solo…

Una donna di altri tempi, sempre all’avanguardia nel settore vitivinicolo, un pezzo di storia dell’agricoltura albenganese e ligure, ancora oggi esempio per molte donne imprenditrici che vogliono iniziare l’attività agricola: passione, coraggio, lavoro duro, intraprendenza e lungimiranza, i segreti di un successo che dura ancora oggi.

c.s.

Resta aggiornato con le nostre ultime notizie da Google News

Seguici