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Difendere il valore di ogni singolo prodotto e seguire buone pratiche per evitare lo spreco di una risorsa preziosa come il cibo sono principi da sempre parte della filosofia imprenditoriale del Gruppo Orsero, leader nell’Europa mediterranea per l’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi.

Con la volontà di consolidare questa missione aziendale, il Gruppo Orsero ha stretto una partnership con la European Food Banks Federation (FEBA) e la Fondazione Banco Alimentare Onlus al lavoro ogni giorno per recuperare il cibo ancora buono e redistribuirlo alle strutture caritative, dando di nuovo valore agli alimenti.

Insieme ai Banchi Alimentari il Gruppo ha rafforzato e strutturato le attività che porta avanti da anni per combattere lo spreco e migliorare la sostenibilità del suo business. L’attività congiunta prevede che le eccedenze alimentari di frutta e verdura dei magazzini del Gruppo Orsero in Italia, Spagna, Francia, Grecia e Portogallo, non commercializzabili per motivazioni diverse da quelle alimentari, siano raccolte e distribuite dai Banchi Alimentari dei singoli paesi alla propria rete di organizzazioni benefiche, che in Europa è composta da oltre 45.283 strutture caritative che ogni anno ridistribuiscono gratuitamente 768.000 tonnellate di cibo a 9.500.000 persone bisognose.

Raffaella Orsero, CEO del Gruppo, ha commentato:

«Con questo accordo, che ho voluto fortemente, vogliamo consolidare un impegno che riteniamo parte fondamentale del nostro DNA aziendale. Da anni, infatti, combattiamo lo spreco alimentare: da un lato adottando pratiche consolidate nel tempo, per l’efficientamento delle fasi di trasporto e stoccaggio dei prodotti, e dall’altro grazie alla collaborazione con associazioni e organizzazioni locali che si occupano di distribuire i prodotti edibili ma non commerciabili, ai più bisognosi.

La scelta di unirci in partnership con FEBA e Fondazione Banco Alimentare Onlus risponde all’esigenza di efficientare la gestione delle eccedenze e la loro redistribuzione, e aumentare il numero di strutture aziendali in grado di portare avanti questa attività.

Trasformando e valorizzando un potenziale spreco in nutrimento per le persone, infatti, creiamo un circolo virtuoso in grado di migliorare l’impatto sociale, ambientale ed economico delle nostre attività e dare il nostro contributo ai territori in cui operiamo».

c.s.

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