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E’ il secondo appuntamento con i finalisti del premio letterario. Originario dell’imperiese, presenterà “Prima che te lo dicano altri”

Alassio. Martedì 16 luglio sulla Terrazza del Diana Grand Hotel di Alassio un aperitivo in compagnia di Marino Magliani l’autore ligure finalista del Premio Alassio Centolibri “Un Autore per l’Europa” intervistato da Stefano Pezzini. Il secondo appuntamento della kermesse estiva del Festival della Cultura di Alassio che culminerà il 7 settembre con la premiazione del vincitore gioca in casa con lo scrittore della Valle dietro Imperia.

Un romanzo sospeso tra due estremi di un arco di tempo lungo cinquant’anni (1974-2024) e vasto come un oceano, l’Atlantico – la pozzanghera, come l’autore lo definisce –, ponte sospeso tra la Liguria e l’Argentina, le due terre della memoria che, all’interno di questa storia, si specchiano l’una nell’altra.

LA TRAMA

È appunto dalla Liguria, regione d’origine dell’autore – da lui spesso evocata da lontano, poiché vive in Olanda – che prende le mosse la trama. Questa racconta la vita di un ragazzino, Leo Vialetti, che nella Val Prino, nell’entroterra di Imperia (dove Magliani è nato), passa le sue giornate scorrazzando tra rovi e carruggi di paese, e ricevendo ripetizioni e saggi insegnamenti da un argentino, Raul Porti. Costui finisce per prendere il posto sua della figura paterna, che Leo non conosce. E siamo nell’estate del 1974, poco prima che Porti se ne vada, sparendo misteriosamente. Si salta al 2024, il Leo Vialetti è adulto, innestatore e bracconiere, si aggira tra i rovi ormai dilaganti, in un territorio ligure lasciato a se stesso e preda della speculazione edilizia. Decide di aggiudicarsi la vecchia casa di Raul, che è stata messa all’asta, ma il suo spirito è irrequieto e non si accontenta di quella “toppa”. Ha bisogno di capire il destino di quel singolare vice-padre, e segue questo interrogativo fino all’altro limite del lungo argo spaziale della sua vita: l’Argentina. E qui inizia la seconda parte di questo romanzo a due anime, con i fantasmi del passato di terrore suscitati dalla dittatura di Videla.

DUE ANIME, DUE TERRE.

È in questo universo oscuro che si addentra l’allucinante ricerca di Vialetti, roso da un dubbio logorante e sospeso tra due sfere emotive, in fondo, che lo hanno reso uomo ai margini, semiclandestino nel suo essere bracconiere e contaminatore di opposti nella sua passione per gli innesti. È proprio questo il compito che le sue origini gli impartiscono. Tentare di completare l’innesto più complesso e cruciale: quello nella vita di un uomo scelto inconsapevolmente come padre che non ha mai avuto.

La malinconia e l’orfanità si sviluppano nel bambino malinconico Leo, cresciuto senza padre, che diventa nella seconda avventurosa parte del romanzo un adulto capace di essere crudele e impietoso come gli hanno insegnato la vita e l’aspra campagna ligure.

Su ogni pagina di Magliani, non soltanto in quelle liguri con le valli ferite dalle speculazioni edilizie e dall’incuria ma anche nei passaggi più tesi ambientati in Argentina, ritornano alla mente le parole spesso ripetute dall’autore nato in Val Prino: “Si scrive perché ci si accorge che la vita non basta a ricompensarci di ciò che ci è mancato”.

Insieme alla voce di Luigi Barlocco il pubblico incontrerà l’autore in Piazza del Comune alle ore 21.30.

c.s.

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