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Alassio. «Ci sono voluti otto mesi perché partorissi un album eterno, 46 minuti di pop con il risultato di 20 milioni di copie vendute in quattro decenni. Ho dormito sui pavimenti dello studio di registrazione. Dovevo creare qualcosa di magistrale, unico, bello, un disco che potesse conquistare il mondo. Ci sono riuscito e sono felicissimo. A distanza di 40 anni «Breakfast in America» era e rimane un capolavoro da collezionare con cura». Roger Hodgson, leader storico dei Supertramp, uno dei mostri sacri della musica pop, ha deciso di rispolverare e portare in giro per il mondo le canzoni di quell’album, mitico, quanto prezioso che ha conquistato i fan di tutto il pianeta. L’anima del gruppo britannico, autore di canzoni immortali, è sbarcato domenica ad Alassio dove questa sera alle 21,30, in piazza Paccini, farà ascoltare per un pubblico di quasi 2 mila persone, tutti i brani dell’album: «Dreamer», «Breakfast in America», «Take the long way home», «School», «Fool’s ouverture», «Hide in you shell», «It’s raining again», «Had a dream», «If everyone was listening», «The logical song» e «Give a little bit» che ha suonato in un concerto tributo a Lady Diana, dieci anni dopo la sua scomparsa, allo stadio di Wembley davanti a 70 mila persone in lacrime. In origine il disco avrebbe dovuto intitolarsi «Hello Stranger» e dipanarsi come un concept album costruito intorno all’eterno conflitto e ai differenti ideali dei due leader del gruppo: Rick Davies e Roger Hodgson. In corso d’opera i due cambiarono idea e si misero invece a collaborare per la stesura delle canzoni che adesso un’intera generazione riconosce dalle prime note per un lavoro caratterizzato da sontuose armonie vocali, da una sezione ritmica impeccabile e dal leggendario sound del piano Wurlitzer, l’impronta sonora di The logical song e Child of Vision. Senza dimenticare gli interventi di sax, una delle highlight dell’album. Iconico il disco, ed altrettanto iconica la copertina che mostra New York vista dal finestrino di un aereo con l’attrice americana Kate Murtagh immortalata come la Statua della Libertà con un bicchiere di orange juice e un menu di ristorante sottobraccio. «Non solo quel disco, ma altri album sono rimasti nel cuore di molte persone e mi hanno permesso di girare il mondo. Non ho mai messo piede in Italia. Però c’è sempre una prima volta – sorride Roger Hodgson mentre continua a firmare ai suoi fan più incalliti l’album «Breakfast in America» – L’accoglienza che mi è stata riservata ad Alassio è stata fantastica. L’amicizia dimostrata dalle persone in queste ultime ore, poi, è stata qualcosa di speciale e inusuale. Proprio il rapporto con i fan, o meglio il tentativo di rompere la “barriera” che mi separa dal pubblico, è diventato un motore che mi spinge ad andare avanti ancora oggi con lo stesso entusiasmo e, perchè no, anche con più energia che avevo in passato». Dopo essersi allontanato dai Supertramp è rimasto 17 anni senza suonare. «Mi sono occupato della famiglia, ma la musica mi è sempre rimasta nel cuore. Oggi – racconta – sono di nuovo qui. Andrò avanti sino a quando potrò. Per me è una gioia restare ore sul palco e suonare. Ad Alassio, in una cornice davvero unica e speciale, darò il meglio di me».

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