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In una fase così delicata dell’economia ligure le risorse da distribuire sono un volano per l’indotto della regione.

Sulle risorse destinate alle imprese agricole, la Liguria ha una capacità di spesa pari al 9% contro una media italiana che si attesta al 19%; la causa è nella complessità della fase istruttoria delle misure strutturali e nelle anomalie informatiche che generano ritardi sui pagamenti delle misure a superficie.

Come Coldiretti Liguria partecipando al Comitato di Sorveglianza sul PSR 2014-2020, a cui erano presenti i funzionari della Comunità Europea, del Ministero e della Regione, abbiamo esternato forti preoccupazioni sulla situazione relativa allo stato di avanzamento della spesa che vede la liguria come fanalino di coda dello scenario nazionale.

Nonostante la fiducia della Regione di arrivare alla soglia che garantirebbe la salvezza dal disimpegno automatico – prosegue Coldiretti Liguria, con l’avanzamento della spesa di 24 milioni di euro entro la fine del 2018, alto rimane ancora il rischio di dover restituire 14 milioni di euro all’UE, destinati invece alle imprese agricole del territorio, vedendole così sottratte all’economia di tutta la regione.

Sulle misure strutturali è opportuno precisare che i problemi informatici hanno causato un congestionamento nelle istruttorie con il risultato che i nullaosta sono arrivati a ridosso delle scadenze e hanno costretto, di conseguenza, le imprese a concentrare le proprie spese in breve tempo con evidenti problemi di liquidità ed esposizione finanziaria.
Sulle misure a superficie, poi, le anomalie che bloccano quotidianamente le istruttorie (addirittura gli applicativi non dialogano con le banche dati nazionali del sistema biologico e dell’anagrafe bovina) stanno mettendo in seria difficoltà l’intero sistema zootecnico della regione.

“Sono noti gli sforzi – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – compiuti da Regione Liguria per accelerare le procedure e cercare di liquidare il prima possibile le domande. L’obiettivo che si persegue è lo stesso per tutti, ma come Coldiretti, dati alla mano, temiamo che tali sforzi non siano sufficienti. Il Programma di Sviluppo Rurale ha sempre rappresentato per la nostra regione uno straordinario strumento per migliorare le strutture produttive agricole e andare incontro a problematiche derivanti dai cambiamenti climatici in atto e dalla conformità fisica di alcune zone ritenute, dal punto di vista agricolo, svantaggiate. Allo stesso tempo però l’attuale Psr si è rivelato una sorta di ‘Sudoku’ in cui misure di intervento, priorità, focus area e risorse economiche si sono andate ad incrociare in un contesto che diventa difficilissimo da modificare; di conseguenza c’è anche il rischio di non poter garantire risorse sufficienti alle misure più importanti per l’agricoltura ligure e per tutta l’economia della nostra regione. Non possono essere le imprese, che hanno investito risorse e duro lavoro nella loro attività, a pagare per le pecche tecniche, politiche e burocratiche di un sistema che rischia di rallentare l’intera economia agricola della nostra regione. Non serve a nulla scaricare le colpe ma serve continuare a collaborare per ottenere un risultato che per molte aziende è di vitale importanza”.

c.s.

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