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110mila euro dal progetto europeo PrismaMed.

Al via nei porti di Genova Prà e La Spezia due nuove aree per lo stoccaggio dei rifiuti marini con il progetto PrismaMed. Ad annunciare l’apertura delle aree con un finanziamento di 110mila euro, l’assessore regionale alla Pesca, Stefano Mai.

«Da tempo portiamo avanti questo importante progetto interregionale e transfrontaliero con la Francia di cui siamo capofila che ha il fine di creare un’economia circolare attraverso il riciclo dei rifiuti prodotti nei porti, dalle attività di acquacoltura, di pescati in mare e da diporto. Con queste due nuove aree di stoccaggio, che rappresentano una fase pilota del progetto, diamo il via alla filiera di smaltimento e riciclo che puntiamo a stabilizzare e a estendere a tutti i porti della Liguria».

«Abbiamo raggiunto un accordo con il Comune di Genova e con l’Autorità di sistema portuale del mar ligure orientale per istallare queste due aree nei porti di Genova Prà e La Spezia. Per ognuna stanzieremo 55mila euro di fondi per un totale di 110mila euro. Le aree saranno operative entro il 2020 e inizialmente entreranno in funzione per un periodo sperimentale; dai risultati ottenuti scriveremo le linee guida applicative per replicare questi investimenti nei porti e approdi liguri».

«Sarà possibile conferire i rifiuti legati alla nautica da diporto, alla pesca, come oli esausti, attrezzature da pesca e reti di nylon, galleggiati e cavi d’acciaio, ma anche tutti i vari rifiuti pescati in mare. Oggi chi pesca raccoglie spesso nelle proprie reti materiali come il vetro, la plastica, il legno e gli scarti ferrosi; con questo progetto verranno incentivate le attività di raccolta in mare e sensibilizzati al riciclo gli operatori e i cittadini. Si tratta di un’iniziativa dall’importante valore ambientale che punta a un mare sempre più pulito».

«Attendiamo anche le modifiche al decreto Salva mare che è in discussione a Roma in questi giorni. Ad oggi, infatti, in alcune aree i rifiuti pescati in mare sono considerati assimilabili ai rifiuti urbani, in altre sono considerati rifiuti speciali. La modifica normativa prevista dal decreto consentirà di riconoscere tutti i rifiuti pescati come non speciali. Si tratta di una richiesta che ho fatto al Governo e che è stata condivisa dalla Commissione Politiche agricole della Conferenza Stato-Regioni. Se otterremo questa modifica, ovviamente potremo migliorare l’efficacia e l’efficienza di PrismaMed».

c.s.

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