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Da questo sabato iniziano in tutta la Penisola eventi dedicati alla difesa dell’olio nuovo e della sua filiera produttiva, dalla pianta alla bottiglia: in Liguria presso le aziende olivicole presenti sui mercati Campagna Amica Liguria sarà possibile assaggiare e acquistare l’olio nuovo, scoprendo tutti i passaggi della sua produzione grazie alla testimonianza diretta dei coltivatori.

L’olivicoltura ligure rappresenta uno dei settori principali dell’economia locale, con la produzione di extravergini eccellenti, conosciuti in tutto il mondo che, in buona parte, rientrano sotto il marchio della DOP Riviera Ligure, declinata poi territorialmente nelle sottozone Riviera dei Fiori, Riviera del Ponente Savonese, Riviera di Levante. È un olio tra i più delicati al mondo che, proprio per le sue caratteristiche, viene esportato all’estero: è per questo che anche l’economia locale ligure subisce un danno dalle confezioni di extravergine Made in Italy vendute oggi dalla Gran Bretagna al Cile dove vengono apposti semafori rossi o bollini neri per disincentivarne il consumo, bollini che disorientano il consumatore che rischia di scegliere prodotti nocivi alla sua salute magari segnati con il semaforo verde.

“L’olio è un valido alleato per la nostra salute grazie alle sue proprietà antiossidanti– affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – e non può mancare se si vuole avere una dieta equilibrata. I nostri extravergini rischiano sempre di più di essere diffamati da bollini allarmistici e tasse ingiustificate: ciò non è accettabile e può causare un serio danno per l’economia delle nostre aziende, che forniscono un prodotto controllato e garantito, con alti livelli di qualità. In Liguria l’olio è una coltura millenaria che identifica intere zone vocate a questa produzione, come ad esempio la zona di ponente, dove l’olio è ottenuto principalmente da oliva taggiasca, oliva per la quale come Coldiretti stiamo portando avanti la battaglia per vederle riconosciuto il marchio della DOP, in modo da poterla legare indissolubilmente al suo territorio d’origine ed evitare quel furto d’identità che troppo spesso accade.”

c.s.

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