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Dalla Gabbiana in Val Bormida alla Brodasca in Val di Vara fino ai più conosciuti marroni: va avanti la ricerca del frutto autunnale per eccellenza nei castagneti della Liguria, macchie verdi che costituiscono circa il 30% del territorio boschivo distribuito sull’intero arco regionale.

È quanto afferma Coldiretti Liguria, secondo i dati della Carta Forestale SPIRL e l’Inventario Forestale Multirisorse, dai quali emerge che il castagneto è una specie arborea molto diffusa nella nostra regione, dove ha sostituito parte dei boschi misti di querce e di faggio, caratterizzando usi e costumi regionali. La castagna ligure, dopo aver rischiato la scomparsa nelle stagioni passate a causa dell’attacco del cinipide galligeno del castagno (vespina cinese), è tornata dall’anno scorso a popolare i castagneti liguri, e mentre a livello nazionale il raccolto è in calo del 30% rispetto al 2018, con una produzione nazionale stimata da Coldiretti inferiore ai 25 milioni di chilogrammi, l’annata ligure appare promettente, con frutti sani e di qualità. Ciononostante alto rimane il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, considerato l’aumento record del 18% delle importazioni nei primi sei mesi dell’anno dopo che nel 2018 erano arrivati in Italia ben 36 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori.

La castagna è un grande patrimonio autunnale del Made in Liguria, alla quale sono dedicate, da levante a ponente, sagre e feste che attirano ogni anno turisti da ogni parte del mondo, mentre in ogni borgo si riscoprono le antiche ricette a base di castagne tipiche del territorio, che permettono di gustarle come caldarroste o essiccate nei tecci, mentre con la loro pregiata farina si prepara il locale castagnaccio, trofie e tagliatelle da condire con sughi di noci, funghi e con l’intramontabile pesto alla genovese ottenuto con solo Basilico Genovese DOP.

«La castagna – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è stata fin dai tempi antichi alla base dell’alimentazione della Liguria dell’entroterra, e valorizzare e tutelare questo settore, può rappresentare un’importante rilancio delle zone montane, oltre che recupero di cultura locale. Quest’anno i nostri castagneti sono ricchi di frutti, sani e di qualità che subiscono però razzie da parte della fauna selvatica, cresciuta in maniera spropositata, che rischia di ridurne notevolmente la quantità. Oltre che per la produzione dei frutti del sottobosco, poi, i castagneti in Liguria rappresentano una risorsa da non sottovalutare per la salvaguardia dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico di una regione fragile come la nostra, dove è indispensabile, visti anche i cambi climatici in atto, la cura e pulizia delle zone boschive. Ma per difendere questo patrimonio, servono più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. E se il consumatore vuole cucinare a casa propria questa leccornia autunnale meglio frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica Liguria, dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità al giusto prezzo, oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.»

c.s.

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