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Nei giorni scorsi la Polizia di Stato ha notificato un provvedimento formale di Ammonimento nei confronti di un uomo italiano di circa 40 anni, residente in provincia.

La misura, decisa dal Questore di Imperia, ha trovato la sua ragion d’essere negli elementi raccolti dal personale della Divisione Anticrimine della Questura, che dopo aver risposto alla richiesta di aiuto della donna vittima di soprusi ha cercato e trovato riscontri di quanto dalla stessa riferito.

La coppia viveva nell’entroterra imperiese con il figlio minore. Dopo un primo periodo di serenità e felicità, l’uomo cambiava atteggiamento ed iniziava in modo graduale un’escalation di violenze, minacce e soprusi nei confronti della compagna. Quest’ultima sopportava questa situazione di disagio nell’interesse del figlio e nella speranza che fosse solo un “brutto momento”.

Dopo tre anni di angherie e vessazioni psicofisiche, la donna prendeva coraggio e si presentava negli uffici di polizia a denunciare il suo compagno, che da amante si era trasformato in un “mostro”.

Subito si attivava la procedura di protezione che si concludeva con l’Ammonimento dell’uomo.

Lo strumento dell’Ammonimento, prerogativa del Questore, interviene prima della commissione di un fatto di reato con una valenza prettamente preventiva a tutela della vittima, avendo quale scopo principale quello di redarguire e monitorare l’uomo, rendendolo edotto che, perseverando nei suoi atteggiamenti, rischia di essere portato innanzi a un Tribunale e condannato per un grave reato (sottolineando che la pena prevista per tale reato è aumentata se il fatto è commesso da un soggetto già ammonito).

È interessante sottolineare che al momento della notifica del provvedimento il destinatario dello stesso viene sempre informato dal personale di polizia della presenza sul territorio di centri antiviolenza e di strutture di aiuto, supporto e ascolto per i responsabili di tali condotte.

Questo risponde ad un approccio a 360° gradi del problema, con un’attenzione tanto alle vittime quanto agli autori delle violenze di genere.

“Buttare via la chiave”, “sono mostri, devono marcire in prigione” non può essere la risposta alla fenomenologia in argomento. Al riguardo il criminologo clinico milanese Paolo Giulini, in occasione di un convegno tenutosi un anno fa nella città di Imperia, illustrava la necessità di accompagnare la risposta punitiva con un percorso ad hoc di trattamento degli autori di violenze sottolineando l’importanza di strategie di intervento e prevenzione in un’ottica rieducativa e riabilitativa del reo. La tesi proposta dall’esperto prende piede dal dato di fatto che i reati sessuali e relazionali sono commessi nella maggioranza dei casi da soggetti a loro volta vittime di violenze e abusi o che hanno subito un qualche “sviluppo disfunzionale” nelle fasi dell’allevamento, dell’infanzia o dell’adolescenza.

Preso atto che il fenomeno ha radici nella società e l’attività di repressione, pur coronata da significativi successi, non riesce ad arginare il fenomeno, si può pensare di affrontarlo solo attraverso un deciso cambiamento culturale. In questo senso la Polizia di Stato si è già da tempo attivata non solo per gestire al meglio i singoli casi ma anche per promuovere il più diffusamente possibile una puntuale attività di informazione e sensibilizzazione sul territorio.

In provincia di Imperia, da inizio anno, sono stati emessi 28 ammonimenti, rispetto ai 13 dello scorso anno.

Anche per quanto riguarda i dati delle denunce pervenute in Procura si registra un aumento rispetto al 2018. Dal 1 gennaio al 30 settembre 2018: 54 denunce per maltrattamenti e 55 per stalking, mentre nello stesso periodo di quest’anno salgono a 100 le denunce per maltrattamenti e a 72 quelle per stalking.

Il dato in aumento potrebbe non corrispondere ad un incremento reale del fenomeno ma ad una maggior consapevolezza del problema, anche grazie all’attività di prevenzione dei Servizi e delle Forze di Polizia.

È sempre comunque alto il tasso di sommerso. Le inchieste di vittimizzazione denunciano, a livello nazionale, 1 donna su 3 e 1 minore su 4 vittime di abusi o violenze sessuali e il 90% dei casi all’interno dell’ambiente familiare o di relazioni sentimentali. I dati evidenziano, altresì, che la percentuale delle donne che si rivolge ai centri antiviolenza piuttosto che alle Forze di Polizia si attesta sul 4-6% del totale di quelle che subiscono violenza di genere, trend che si conferma anche in questa Provincia.

Per questo motivo si rinnova l’appello che il Questore Capocasa ripete come un mantra: “Uscite dal silenzio, aiutateci ad aiutarvi. Denunciate”.

c.s.

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