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La Guardia di Finanza di Savona accerta violazioni alla normativa antiriciclaggio.

Militari del Comando Provinciale di Savona, in piena emergenza pandemica, hanno intensificato i controlli presso i “Compro Oro” in provincia, per verificare il rispetto delle norme in materia di antiriciclaggio, in considerazione dell’elevata esposizione del settore al rischio di riciclaggio di denaro e reimpiego di beni di provenienza illecita.

In questo periodo di crisi economica, infatti, molti i soggetti in difficoltà che talvolta sono stati costretti a vendere oggetti preziosi d’oro di famiglia, per far fronte alle ordinarie esigenze di vita. Inoltre, non raramente accade che malviventi tentino di “monetizzare” il provento di furti cedendo la refurtiva alle predette attività economiche.

A fronte del controllo di 10 esercizi che nella provincia di Savona gestiscono attività di “Compro Oro”, compravendita o permuta di oggetti preziosi usati, da parte del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Savona, delle Compagnie di Savona e Albenga e delle Tenenze di Finale Ligure Cairo Montenotte, ben 7 sono risultati non in regola con le norme antiriciclaggio.

L’attività di controllo ha interessato l’arco temporale 2019-2020 ed ha riguardato gli obblighi e l’adeguata verifica della clientela, cui sono soggetti gli operatori professionali in oro.

In particolare, un esercizio commerciale del capoluogo, sito in Corso Vittorio Veneto, è stato sanzionato amministrativamente per non aver compilato correttamente le schede di catalogazione dei preziosi ricevuti, con la necessaria chiarezza e completezza. In un altro caso, un operatore “Compro Oro” aveva omesso di identificare i soggetti cui aveva ceduto i preziosi ricevuti dai propri clienti.

Analoga circostanza, circa la mancata completa identificazione dei clienti, è stata accertata da parte di due “Compro Oro” di Albisola Superiore.

Al titolare di un’altra attività di compravendita di oggetti preziosi di Albenga è stato contestato di aver omesso di indicare la fonte della quotazione utilizzata per valutare i monili ritirati da alcuni clienti e di non aver fatto uso, per pagamenti di importo superiore a 500 euro, di mezzi idonei a garantirne la tracciabilità. Presso un altro esercizio commerciale della città ingauna è stata rilevata, nelle schede di catalogazione dei preziosi, l’omessa indicazione della fonderia o altra azienda specializzata, cui gli stessi sono stati ceduti per la successiva lavorazione e trasformazione.

Infine, un “Compro Oro” di Pietra Ligure è stato sanzionato per omissioni nella catalogazione dei preziosi ed altre incombenze obbligatorie, circa la quotazione del prezioso metallo e la fonderia cui gli stessi monili sono stati ceduti per la successiva lavorazione e trasformazione.

A tutti i “Compro Oro” risultati non in regola sono state comminate sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 10.000 euro, giusta applicazione del D. Lgs. 92/17.

L’attività di servizio conferma il costante impegno della Guardia di Finanza nella tutela del commercio legale, anche in un settore delicato quale quello della compravendita di oggetti preziosi usati.

c.s.

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