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Oltre 5.600 istanze acquisite presso i comuni di Savona, Varazze, Quiliano, Finale Ligure, Loano, Pietra Ligure, Albenga, Borghetto S. Spirito, Ceriale, Alassio, Andora, Cairo Montenotte, Carcare e Cengio.

Savona. Militari del Comando Provinciale di Savona, nell’ambito dei controlli nei confronti dei soggetti percettori dei “Bonus Spesa Covid-19”, hanno scoperto 137 soggetti che hanno ottenuto indebitamente il beneficio dichiarando di trovarsi in condizioni di difficoltà economica, ovvero di indigenza tali da non consentire nemmeno il minimale approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità.

Dall’esame delle istanze acquisite dai Finanzieri delle Compagnie di Savona ed Albenga e dalle Tenenze di Finale Ligure e Cairo Montenotte, presso i comuni di Savona, Varazze, Quiliano, Finale Ligure, Loano, Pietra Ligure, Albenga, Borghetto S. Spirito, Ceriale, Alassio, Andora, Cairo Montenotte, Carcare e Cengio, oltre 5.600 in tutto, è infatti emerso che uno o più componenti dei nuclei familiari monitorati, a seconda dei casi, beneficiavano già del reddito di cittadinanza o altre prestazioni sociali agevolate, oppure avevano omesso di dichiarare il proprio patrimonio; in alcuni casi è stato alterato il proprio stato di famiglia, indicando soggetti fittizi o non residenti per incrementare la somma da percepire.

Davvero tante le situazioni di rilievo: in due casi, i richiedenti il bonus spesa, entrambi italiani, avevano già beneficiato del Reddito di Cittadinanza, per una somma rispettivamente di 1.000 e 800 euro.

In un altro caso, una donna di nazionalità italiana, negli ultimi due anni aveva già ricevuto dallo Stato, a titolo indennità di disoccupazione, somme per complessivi 37 mila euro.

Una delle irregolarità più frequentemente riscontrate ha riguardato l’incompleta compilazione delle istanze prodotte ai Comuni di residenza: sovente sono risultate mancanti delle indicazioni relative al possesso beni immobili, conti correnti bancari e/o postali e relativa consistenza; le motivazioni per cui i richiedenti apparivano in condizioni economiche svantaggiate o la composizione del nucleo familiare, non corrispondevano al vero.

Ai soggetti che hanno ottenuto indebitamente il buono spesa è stata contestata l’indebita percezione di erogazioni pubbliche, che prevede una sanzione amministrativa da un minimo di € 5.164 ad un massimo di € 5.822, ma comunque non superiore al triplo del beneficio conseguito. I trasgressori sono stati inoltre segnalati agli Enti Comunali erogatori, per il recupero delle somme indebitamente percepite.

Si sta inoltre valutando la posizione per danno erariale, in particolare dei responsabili di un Ente Territoriale dell’entroterra Savonese, per aver autorizzato la concessione dei “buono spesa” agli istanti, pur in presenza di domande incomplete o addirittura in bianco. In merito è stata notiziata la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale per la Liguria della Corte dei Conti di Genova, per un danno erariale quantificato, nello specifico, per oltre € 30.000, pari al totale complessivo delle indebite erogazioni concesse.

Le attività di controllo testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di illecito a danno della Spesa Pubblica Nazionale, al fine di prevenire e reprimere, soprattutto in un periodo di crisi economica e sociale causata dall’emergenza sanitaria, le fattispecie di indebita percezione delle risorse pubbliche destinate alle famiglie realmente bisognose e maggiormente colpite dagli effetti economici derivanti dall’emergenza in atto.

c.s.

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