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Un progetto presentato dalle Cooperative Dafne e Il Rastrello alla Genova Smart Week, su impulso di Generazioni Legacoop Liguria e la regia di Legacoop Liguria.

Genova. La conservazione dell’ambiente marino ha bisogno di tutti. Ma tutti hanno bisogno di dati. Perché non si può avere una rivoluzione senza fare una rivoluzione.

In questo modo la ZENA BLU REvOLUTION – il progetto presentato dalle Cooperative Dafne e Il Rastrello alla Genova Smart Week, su impulso di Generazioni Legacoop Liguria e la regia di Legacoop Liguria che con Isabella Ippolito ha coordinato il progetto – vuole dare un nuovo impulso al fermento nell’ambito della progettualità ambientale che è già attivo a Genova.

«Rivoluzione è la parola chiave, ottenibile non da singole azioni mirate ma solo attraverso azioni di sistema volte a creare, attraverso processi innovativi, una consapevolezza ed identità per realizzare quello che noi definiamo un vero e proprio “Blue Assessment” – sottolinea Marilù Cavallero, presidente della Cooperativa Dafne, che con Giorgio Chiaranz vicepresidente de Il Rastrello, hanno guidato la messa a punto del progetto –. Occorre creare un percorso condiviso che parta da un questionario in grado di raccogliere dati dalle forze produttive, dalle associazioni, dai cittadini. Che coinvolga settori storici come la cantieristica ma pure armatori, diportismo, pesca sportiva, pesca professionale, in sostanza tutti i mestieri che ruotano intorno al mare. Una volta raccolti i dati con un questionario specifico ( il Blue Self Assessment), l’azienda deciderà se proseguire il suo percorso con il Blue Revolution Consultant, una figura professionale in grado di seguire l’azienda dall’analisi dei dati fino ai processi di innovazione in campo ambientale».

Innovazioni che non possono che portare i giovani. Ecco perché le due cooperative hanno coinvolto nella creazione della ZENA BLU REvOLUTION due giovani biologici (Aldo Bafico per Dafne e Geordie Biffoni per Il Rastrello) rappresentanti delle nuove forze cooperative che sono alla base del successo delle due cooperative.

«Innovare significa saper creare una rete di relazioni con chi innovazione la sviluppa ogni giorno – prosegue Marilù Cavallero –. Dal CNR all’Università all’Istituto Italiano di Tecnologia: con questi e altri soggetti si possono condividere nuovi prodotti e processi che le imprese possono inserire nella loro produzione. Il vantaggio? Chi raggiunge il livello ottimale di “Blue Assessment” può accedere con più facilità ai Fondi Europei rientrando nelle strategie del Green New Deal messo al centro dall’Unione Europea».

Per fare questa rivoluzione ci vuole anche altro.

«La formazione innanzitutto. Con i valori cooperativi anche qui al centro. Nel nostro progetto è prevista infatti l’attuazione di politiche di educazione, formazione ed informazione attraverso la rimodulazione di processi formativi e qualificanti sulle professioni del mare, rivolte oltre che alle scuole anche ai soggetti svantaggiati attualmente non impiegati nelle aree lavorative – conclude la presidente della Cooperativa Dafne –. Il progetto sarebbe replicabile su altri territori e porterebbe ad una raccolta integrata di dati omogenei da interpretare ed utilizzare dai policy makers per politiche di sviluppo mirate alla tutela ambientale e alla crescita economica. Perché è evidente che per far sì che le aziende che agiscono in tale ecosistema, c’è bisogno di una nuova classe dirigente e di una Pubblica Amministrazione capace di mettere questi temi in primo piano».

c.s.

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