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Riuniti come un puzzle i frammenti della maestosa opera del Trecento. Il sindaco Bucci: «Così si innalza il livello della cultura della città».

Genova. «Ci siamo trovati di fronte a un grande puzzle, una sorta di mosaico tridimensionale composto da frammenti diversi». Così Paola Martini, direttrice del Museo Diocesano, racconta il punto di partenza del grande lavoro che è stato fatto per riportare in vita un capolavoro, il monumento Fieschi. Si tratta di una maestosa opera funebre, che tiene insieme scultura e architettura, risalente al Trecento e dedicata al cardinale Luca Fieschi, esponente di una delle famiglie genovesi più influenti. Nei secoli il Monumento, oringinariamente all’interno della Cattedrale di San Lorenzo, è stato spostato e smontato, perdendo la sua composizione d’insieme.

Adesso, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, è stato avviato un progetto che per la prossima primavera porterà alla realizzazione di un nuovo spazio al Museo Diocesano dedicato al monumento del cardinale Luca Fieschi. I musei sono chiusi causa Covid, ma al loro interno si continua a lavorare tra ricerca e nuovi allestimenti. Il progetto del Museo diocesano ha richiesto la collaborazione di un comitato consultivo composto da Università di Genova, Arcidiocesi, Soprintendenza e Musei civici del Comune di Genova. La novità è stata presentata ieri alla presenza dell’arcivescovo Marco Tasca, del sindaco Marco Bucci e del presidente della Regione Giovanni Toti.

L’opera non verrà ricostruita nella sua interezza, perché mancano molti frammenti, ma le parti ritrovate verranno messe in relazione per far comprendere come doveva essere il monumento originario. Parliamo di un’opera di otto metri di altezza, e per inserirla nel museo è stato addirittura necessario abbattere uno dei soffitti moderni. «Restituiamo alla città uno dei suoi simboli – conclude Martini consci degli inevitabili limiti di un impegno di tali dimensioni su un numero ricco ma pur circoscritto di elementi, con l’obiettivo di fornire agli studiosi delle prossime generazioni e al largo pubblico la possibilità di confrontarsi con un’epoca e con una delle pagine fondamentali della nostra storia».

La sfida che è stata raccolta, secondo il sindaco di Genova Marco Bucci, consiste «nell’avere opere d’arte in buono stato, connesse da un filo logico: questa è una grande occasione per l’innalzamento della cultura della città. Questo progetto portato avanti non da un ente pubblico ma dalla diocesi con le fondazioni bancarie dimostra che tutti collaborano a fare bene le cose. Il nostro obiettivo è che le opere d’arte, mantenute bene, facciano parte di quella rete di cultura, insieme ai nostri musei civici, che contribuisce a dirci quello che è bello, importante, che serve per la nostra vita e che condiziona i nostri comportamenti. Perché la cultura, se ne fruiamo, non può non condizionare i nostri comportamenti e spingerci verso il bene. Vogliamo che questo sia il messaggio per tutti e per le future generazioni». Inoltre, ha ricordato il sindaco, «stiamo lavorando affinché il Museo diocesano e gli altri musei siano tutti in rete attirando sempre più visitatori, un’operazione culturale e turistica con ricadute economiche e occupazionali, in un sistema che si autoalimenta».

«Genova ha ricordato l’assessore comunale alle Politiche Culturali Barbara Grossoè una tra le città con la più grande stratificazione storica: al centro del progetto che viene presentato oggi c’è una delle più preziose testimonianze artistiche del nostro Medioevo. Perciò al Museo Diocesano vanno i miei complimenti, perchè credo che avvalendosi della collaborazione di tanti attori abbia concretizzato il concetto che davvero mi è molto caro, ora più che mai, quello di lavorare insieme e fare rete. È un esempio di come questo sia un approccio vincente, per chi vi partecipa nel dietro le quinte ma anche per tutte le persone che potranno godere di quanto è stato fatto, cittadini e turisti, a cui viene restituito e messo sotto i riflettori nel corretto contesto museale un autentico capolavoro qual è il monumento Fieschi».

https://www.youtube.com/watch?v=oHarwx5_V_

c.s.

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