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Cresce l’attesa per l’elezione del CdA che sancirà l’uscita di Carige dal commissariamento di BCE. Nominati da Francoforte a gennaio 2019, Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener lasceranno Genova il 31 gennaio, dopo che l’assemblea dei soci avrà eletto i 9 componenti del consiglio. Il faro è puntato sull’unico posto del direttivo rimasto libero, sulle prime mosse del nuovo AD Francesco Guido e sul ritorno del titolo in Borsa.

Ad oggi è nota quella del nuovo azionista di maggioranza, il Fondo Interbancario (FITD), che esprime 8 consiglieri su 9 totali. Il fatto che un posto sia ancora libero lascia intendere che almeno una lista di minoranza dovrebbe essere depositata: potrebbe presentarla la famiglia Malacalza, che non avendo partecipato all’ultimo aumento di capitale si è diluita dal 27,6% al 2%; oppure Cassa Centrale Banca (CCB, 8%), il nuovo partner industriale al quale è riservata un’opzione di acquisto sulle quote del FITD esercitabile tra la metà del 2020 e la fine del 2021. Per presentare la lista per il consiglio è necessario detenere almeno un 1% del capitale. Per la prima volta nella storia della banca ligure, gli investitori istituzionali non hanno interesse a indicare amministratori. Stando a quanto ricostruito, i fondi non avranno rappresentanti in consiglio.

Assogestioni non presenterà la lista. «Poiché sotto una certa soglia non vi è obbligo di comunicazione – spiega una fonte finanziaria – è difficile stabilire se i fondi detengano una quota maggiore o minore dell’1 per cento». Quel che invece è certo, precisa un’altra fonte finanziaria, «è che i fondi questa volta non hanno chiesto ad Assogestioni di preparare la lista per il consiglio». «L’adesione degli investitori istituzionali all’aumento di capitale dei commissari è stata modesta – rivela una fonte vicino al dossier –. Il piano industriale non ha convinto».

Il prossimo capo azienda e il presidente del CdA saranno espressione del Fondo Interbancario, salito a ridosso dell’80% dopo aver sottoscritto gran parte dell’ultimo aumento di capitale da 700 milioni. Oggi il Fitd è primo azionista con larga maggioranza e in quanto tale esprime 8 consiglieri su 9, AD e presidente inclusi. I nomi dei prescelti sono noti: Francesco Guido, ex direttore generale del Banco di Napoli confluito in Intesa, si avvia verso la carica di AD; Vincenzo Calandra Bonaura, ex vicepresidente di Unicredit, sarà presidente. Gli altri consiglieri sono Miro Fiordi (ex Creval), Lucia Calvosa (ex Tim), Angelo Barbarulo (ex Mps), Sabrina Bruno (Università della Calabria) e Francesco Micheli (ex Intesa).

L’ottavo nome, femminile, sarà indicato a breve poiché una candidata ha dovuto rinunciare all’incarico. La lista del Fitd non è stata concertata con CCB: alcune fonti sostengono che i prescelti godano del gradimento di Trento, altre fonti non escludono che la holding decida di indicare un proprio consigliere. In molti notano l’uscita di Genova dal direttivo. Alcuni auspicano che l’ultima poltrona possa essere assegnata a una figura capace di rappresentare il territorio e i vecchi azionisti: «Potrebbe presentare la lista Malacalza», ipotizza una fonte. Interpellata a questo proposito, Malacalza Investimenti non commenta.

c.s.

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