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Secondo il Sovrintendente la riapertura del Teatro è stata possibile grazie agli artisti che hanno accettato di ridursi i cachet.

Genova. In occasione della presentazione della prima parte della stagione del Teatro Carlo Felice, il Sovrintendente ha ringraziato pubblicamente gli artisti che, accettando di ridursi i cachet, hanno reso possibile la riapertura del Teatro. Per le note ragioni legate al contenimento della pandemia i posti a sedere sono stati dimezzati, mentre il costo del biglietto resta invariato. Secondo il Sovrintendente è stato il sacrificio degli artisti a rendere possibile la ripresa delle rappresentazioni con buona pace del Teatro che riapre i battenti e del pubblico che non subisce aumenti.

«Gli unici a rimetterci saranno gli artisti che a parità di performance vedranno ridotti di introiti» , commenta Fabio Allegretti, Segretario Generale Slc Cgil Genova. Nella stessa occasione si è espresso anche il Sindaco e Presidente della Fondazione Marco Bucci che ha definito il teatro come soggetto innovatore.

Per Allegretti: «Se nell’idea del Sovrintendente e del Sindaco, innovare, significa non compensare adeguatamente chi lavora, preferisco seguire la tradizione – e conclude – gli obiettivi di chi gestisce un teatro devono essere quelli di offrire spettacoli di buon livello che invoglino il pubblico ad abbonarsi e quindi a garantire lavoro e adeguata retribuzione alle maestranze».

Per Emanuela Bizi Segretaria nazionale Slc Cgil: «Non c’è nulla di innovativo nella contrazione dei compensi per gli artisti, da sempre le compatibilità economiche ricadono sul soggetto più debole, ossia i lavoratori. Ci si dimentica che questi lavoratori durante la pandemia non hanno ricevuto alcun compenso per i contratti già sottoscritti. Gravissimo che questo accada in teatri che hanno garantito la stessa quota del Fondo unico per lo spettacolo. Innovativo sarebbe garantire un equo compenso e una garanzia contrattuale che assicuri loro un corrispettivo se gli spettacoli verranno annullati».

c.s.

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