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Denunce, rimpatri ed arresti per le forze dell’ordine imperiesi.

Imperia. Nel corso della settimana appena trascorsa, la Polizia di Stato ha intensificato i controlli in tutta la Provincia, sia al fine di prevenire la commissione di azioni delittuose, sia per contrastare l’immigrazione irregolare.

Un cittadino italiano, residente a Giugliano in Campania, è stato denunciato per truffa aggravata continuata.

Una cittadina imperiese, riferiva che in data 26 novembre u.s., dopo essersi iscritta al sito denominato AIRBNB, contattava la “presunta” proprietaria di un appartamento di Prato Nevoso (CN), nel quale intendeva soggiornavi per un week-end.

Dopo aver accreditato la somma di euro 240 per l’affitto dell’appartamento in questione, non riusciva ad avere più nessun contatto, ne’ telefonico né via mail circa l’esito del pagamento.

Dalle indagini esperite, si è potuti risalire all’identità del truffatore che è stato denunciato.

Una cittadina di nazionalità romena è stata sottoposta ad un controllo della Volante mentre si trovava accanto alla cassa automatica del parcheggio di Via della Repubblica. Lì, approfittando del pagamento di automobilisti in sosta, chiedeva loro l’elemosina importunandoli ripetutamente.

La donna, ad un più approfondito controllo, risultava gravata da alcuni provvedimenti a suo carico. In particolare una truffa in danno della Società Autostrade per un ammontare di circa 3.000,00 euro, per transiti ai caselli effettuati senza il pagamento previsto.

A carico della stessa è stato emesso un foglio di via obbligatorio dal Comune di Imperia, così come per altri due cittadini italiani, un genovese, pluripregiudicato, e una donna originaria della provincia di Salerno. I due si erano introdotti in una appartamento in zona Foce a Imperia, ove avevano asportato beni e gioielli.

Nel corso dell’ultima settimana l’attività dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Imperia ha portato al rimpatrio di B.L., nato in Albania nel 1987.

L’uomo, con precedenti per porto d’armi abusivo, era già espulso dall’Italia nel 2010 a seguito di sentenza di condanna. Al rimpatrio era seguito il divieto di reingresso nel nostro Paese per 10 anni.

Questi, nel tentativo di aggirare i divieti imposti dalla sentenza di condanna del Giudice, una volta in Albania, era riuscito a modificare il suo cognome. Il suo intento era quello di non essere riconosciuto dalle Autorità di frontiera all’atto di fare illegalmente reingresso in Italia.

Tuttavia, all’atto di entrare in territorio nazionale, veniva scoperto dalla squadra mobile di Bari e tratto in arresto.

In quell’occasione, per evitare la misura, aveva tentato di corrompere i poliziotti versando loro due banconote da 50 euro, aggravando così ulteriormente la sua posizione.

A seguito di detti accadimenti, veniva condannato alla reclusione e, al termine dell’espiazione della pena, nella giornata di ieri è stato rimpatriato definitivamente a Tirana, accompagnato dagli uomini specializzati in scorte internazionali della Questura di Imperia.

L’attività dell’Ufficio Immigrazione è proseguita con l’espulsione di altri otto stranieri irregolarmente presenti nella Provincia di Imperia.

In particolare, sono stati espulsi T.A., algerino poco più che ventenne, con precedenti per ricettazione, furto e porto d’armi; K.B, afghano respinto dalla Polizia di frontiera francese a Ventimiglia, privo di documenti; H.M., marocchino irregolarmente presente in Italia da più di un anno senza permesso di soggiorno, N.A., ghanese con svariati precedenti per falsificazione di documenti e possesso di documenti falsi, D.M, guineano privo di un titolo autorizzativo a soggiornare in Italia; S.I., maliano, anch’egli privo di documenti e illegalmente presente in Italia da 4 anni; N.A., afghano, di passaggio in Italia per andare in Francia, ma privo di alcun documento attestante la propria identità.

Inoltre, da indagini effettuate, è emerso che il cittadino pakistano K.H., giunto come migrante in Italia anni fa a cui la commissione territoriale per i richiedenti asilo ha concesso il permesso di soggiorno in quanto fuggito dal Paese d’origine per evitare gravi minacce alla propria incolumità personale, sarebbe rientrato volontariamente in Pakistan per soggiornare per diversi periodi dal 2016 ad oggi.

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