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È necessario presentarsi ai seggi con la tessera elettorale (se si è smarrita o si sono esauriti gli spazi per il timbro occorre rivolgersi all’ufficio elettorale del proprio Comune, che generalmente in occasione delle elezioni adotta orari più lunghi) e con un documento di identità valido (carta d’identità, passaporto, ecc.).

Cos’è il Rosatellum? Ecco come funziona la legge elettorale

La legge elettorale che stabilirà la ripartizione dei seggi nelle due camere si chiama ‘Rosatellum’, dal nome del suo promotore Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera.

Cosa prevede il Rosatellum? Le nuove camere saranno elette con un sistema misto, composto da una quota maggioritaria in collegi uninominali (36%) ed una quota proporzionale con collegi plurinominali (64%).

Maggioritario vs proporzionale: quali differenze? Per ‘maggioritario uninominale’ si intende quel sistema in cui ogni collegio assegna un solo seggio al partito o alla coalizione che prende un voto in più degli altri. Ad esempio, nel caso di tre candidati che ricevono il 35, il 30 e il 25% dei voti, l’unico seggio viene assegnato al candidato che prende il 35% dei consensi. Questo è il sistema in vigore nel Regno Unito e segue la logica del ‘winner takes all’: il vincitore prende tutto. Per collegio plurinominale, invece, si intende un collegio che assegna più di un seggio, ripartiti in base al sistema proporzionale. Ogni partito, quindi, riceve il numero di seggi proporzionale ai voti ottenuti. Nel Rosatellum i collegi plurinominali sono molto piccoli ed assegnano da un minimo di due seggi fino a un massimo di otto, a seconda degli abitanti del territorio. Nella quota proporzionale è inoltre prevista una soglia di sbarramento al 3% su scala nazionale per i partiti che si presentano in maniera autonoma. La soglia, valida sia per la Camera che per il Senato, si alza al 10% per le coalizioni.

La ripartizione dei seggi al Senato – Al Senato sono previsti 116 collegi uninominali, comprensivi di 1 in Valle d’Aosta, 6 in Trentino Alto Adige e 1 in Molise. Nella circoscrizione estero i collegi saranno 12. I restanti 187 collegi sono plurinominali, costituiti aggregando collegi uninominali contigui, in modo tale che a ciascuno sia assegnato un numero di seggi non inferiore a due e non superiore a otto.

La ripartizione dei seggi alla Camera dei Deputati – Alla Camera dei Deputati sono previsti 232 collegi uninominali, comprensivi di 1 collegio in Valle d’Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige). Entro i collegi uninominali, il Molise ne dispone di 2. Nella circoscrizione estero 12. I restanti 398 collegi sono plurinominali, costituiti aggregando il territorio di collegi uninominali contigui, in modo tale che a ciascuno sia assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a otto di candidati proporzionali

Per la prima volta verrà utilizzata una scheda elettorale antifrode, ovvero nella scheda sarà presente un ‘tagliando antifrode’ per impedire il voto di scambio usando schede già votate. Il tagliando servirà a rafforzare la regolarità del voto ed evitare tentativi di manipolazione o, peggio, condizionamenti del voto da parte esterna, ad esempio dalle mafie. Proprio su questo terreno nei giorni scorsi il ministro Minniti ha ricordato che le mafie “votano e fanno votare”, e ha ribadito il massimo impegno su più fronti contro eventuali tentativi di condizionare il voto.

Il Rosatellum prevede quindi l’introduzione di un tagliando con un codice, che verrà verificato dallo scrutatore dopo il voto. L’elettore non dovrà più inserire la scheda nell’urna, come è stato fino ad oggi, ma dovrà consegnarla al presidente del seggio. Solo dopo il controllo il presidente inserirà la scheda nell’urna che – dopo aver staccato il tagliando – tornerà ad essere anonima.

Entriamo nel dettaglio del meccanismo. Ogni scheda è dotata, come detto, di un apposito tagliando rimovibile, “tagliando antifrode“. Questo ha un codice progressivo alfanumerico, che sarà annotato al momento dell’identificazione dell’elettore e della consegna della scheda con cui lo stesso elettore potrà recarsi nell’apposito posto all’interno della sezione in cui – in completa privacy – potrà esprimere la sua scelta. Una volta votato, l’elettore consegnerà quindi la scheda al presidente del seggio. E sarà compito del presidente staccare il “tagliando antifrode” e verificare la corrispondenza di quel numero di codice con quello annotato quando all’elettore è stata consegnata la scheda. Solo a verifica ultimata e accertata la corrispondenza, la scheda verrà inserita – dal presidente, ribadiamo – nell’urna. E l’elettore potrà lasciare il seggio.

COME SI VOTA

Ci sono tre modi di espressione del voto.

Ipotesi A – L’elettore barra solo il nome del candidato del collegio uninominale. In questo caso, il voto si trasferisce automaticamente al partito o ai partiti che lo sostengono nella parte proporzionale. Se vi sono più partiti a sostegno di una coalizione, il voto si ‘spalma’, in modo perfettamente proporzionale, a tutte le liste che lo sostengono in quella circoscrizione.

Ipotesi B – L’elettore traccia un segno solo sul simbolo della lista, cioè del partito, che vuole sostenere. Sia che si tratti di un partito singolo, sia che si tratti di un partito in coalizione, il voto dato al partito si trasferisce automaticamente anche al candidato nel collegio uninominale sostenuto dalla lista votata nella parte proporzionale.

Ipotesi C – L’elettore può tracciare un doppio segno sul candidato dell’uninominale e su una lista che lo appoggia nella parte proporzionale. Il voto è valido. Ma attenzione: il voto disgiunto è nullo, cioè se l’elettore traccia due segni, uno sul nome del candidato nel collegio e uno sul simbolo di una lista, a cui quel candidato non è collegato nella parte proporzionale (e viceversa).

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